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Mercoledì, 01 Febbraio 2023 09:58

Under 19 Regionali / Intervista - Mancino letale e guizzante, Samuele Morselli si racconta

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INTERVISTA - Esordio con gol in prima squadra, una vita con i colori del Moderna (Bacigalupo prima, ora Mirafiori) cuciti addosso. Andiamo a conoscere Samuele Morselli, punta duttile che a suon di gol prova a mettersi in mostra, tra sogni e speranze per il futuro.
 


"Sono un mancino naturale, tecnico e dotato di buona corsa e abile nel passaggio. Sono molto duttile e nell'attacco a due della Juniores mi disimpegno bene sia che mi si chieda di giocare tra le linee, arretrando per prendere la palla e supportando la prima punta, sia al centro dell'attacco, facendo io da attaccante boa. In prima squadra poi sono stato utilizzato come attaccante esterno e sto scoprendo è una posizione che mi piace, giocando a destra e rientrando sul sinistro. Così facendo sono riuscito a segnare all'esordio".

Che sensazioni hai provato ad esordire nel calcio "adulto"?
"E' stata una bella soddisfazione segnare subito, ma anche trovarmi nel ruolo inedito di esterno. E' impegnativo e mi sono reso conto quanto in prima squadra i ritmi siano differenti, molto più alti. Ma conto di dare sempre il massimo per farmi trovare pronto all'occorrenza. Nel frattempo cerco di lavorare molto sul piede debole, perché sia efficace nei passaggi e nella finalizzazione".

Chi sono i tuoi punti di riferimento e quali gli obiettivi?
"Qui al Moderna sono cresciuto non solo come calciatore, ma anche a livello mentale, come persona. Tra tutti, l'allenatore che mi ha trasmesso di più e condizionato maggiormente è stato Alberto De Maglianis, mentre sono molto contento del bel gruppo che abbiamo creato ora. Siamo una squadra unita, fatta di amici e naturalmente puntiamo ad ottenere la salvezza, cercando poi di arrivare più in alto possibile. Per quanto riguarda un punto di riferimento calcistico, mi ispiro a Dybala, giocatore che seguo da quando è approdato alla mia Juve e continuo anche ora che è alla Roma. Come lui, anche io spero da tifoso di approdare una giorno alla Juventus, sarebbe un sogno, ma per arrivare al professionismo mi piacerebbe fare un percorso che comprendesse prima un campionato Nazionale con i coetanei e magari una esperienza in serie D. E' un bel campionato e qui in Piemonte ci sono squadre importanti, come il Chisola ad esempio, con le quali sarebbe bello partecipare. Anche un'esperienza all'estero sarebbe interessante. La Liga mi piace molto, la seguivo tanto, soprattutto il Barcellona di Messi, che è un altro dei miei giocatori preferiti. Altrimenti la Premier, che ad oggi è forse il campionato più competitivo, magari in squadre come il Liverpool o il Manchester City".

Ti spaventerebbe un viaggio oltre confine?
"A livello calcistico no. Sarebbe un grandissimo onore venir chiamato, un sogno che si realizza, ma se si arriva lì è perché ne hai le qualità, cercherei di dare tutto e farmi trovare pronto. La cosa più difficile sarebbe l'adattamento sociale, ma sono sicuro avrei l'appoggio della mia famiglia, che mi sostiene sempre in questa mia passione".

I giovani e il calcio oggi, se ne 'parla tanto, tu come la vedi?
"Credo che si debba dare sempre più fiducia a grandi livelli ai ragazzi, non avere tutta questa paura di mandarli in campo. Credo che nel dilettantismo ci siano squadre che puntano tanto su di noi e va bene, deve migliorare questo atteggiamento man mano che si sale di categoria. Mi pare però la situazione stia migliorando anche in serie A e spero che l'esempio della Juventus sia seguito da altri. I tanti ragazzi messi in campo questi mesi, da Miretti, a Fagioli, Iling.Junior, stanno facendo tutti molto bene, così come avere una squadra Under-23 che gioca in serie C è importante. Purtroppo si parla tanto e spesso si sentono cose che non sono vere, come il fatto che non si gioca più in strada, ma solo al campo di allenamento della società. Questo non è vero, io e tanti amici giocavamo tanto all'aperto. Ora forse un po' meno, ma siamo cresciuti giocando tra di noi ed è un'esperienza molto importante. Calcisticamente non è ovviamente come allenarsi con una squadra, ma aiuta comunque sotto diversi aspetti. In più ha avuto un ruolo sociale importante, ho legato con tante persone giocando così. Ed è anche questo che deve essere il calcio, integrazione. Dico il calcio perché è lo sport più diffuso in Italia, ma ovviamente è un discorso che riguarda tutte le discipline".

Facciamo un salto indietro, hai perso due anni importanti per colpa del Covid. Com'è stato?
"Sono stati due anni pesanti. Pensa ad un ragazzo che passa al Settore Giovanile in quel momento, stai iniziando un percorso calcistico importantissimo, che ti porta a scoprire cos'è il calcio vero, quello a 11, quello che ti porterà al calcio adulto. Ma non solo, sei nell'età in cui sviluppi una parte importante del tuo carattere, della tua personalità, cerchi di migliorare sotto tanti aspetti. E ti ritrovi bloccato in casa. Provi a tenerti impegnato, giochi in casa se ne hai la possibilità, ma è stato davvero difficile. Quello che mi ha sostenuto e così a tanti miei coetanei è stata la passione. Per fortuna quel biennio non ha influito sulla mia voglia di giocare, non ho mai pensato di mollare e anzi, la voglia di uscire a giocare è aumentata ulteriormente. Tutto grazie alla passione per questo sport, che ti fa andare sempre più avanti".

Il calcio sopra tutto quindi.
"In questo momento si, è in cima a tutto. Naturalmente ci sono altre cose molto importanti, la famiglia e gli amici prima di tutto, sono la base. Mi piace seguire altri sport, il basket e la NBA in particolar modo, ma tra i miei interessi nulla può battere il calcio".

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Febbraio 2023 15:51

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