Sabato, 20 Aprile 2024

Domenica 10 gennaio 2021 è convocata l’assemblea elettiva del comitato regionale LND Piemonte e Valle d'Aosta: i due candidati alla presidenza sono Christian Mossino, presidente in carica, e Filippo Gliozzi. Iniziamo a presentare il programma dello "sfidante", che ha anche ufficializzato la sua squadra di candidati consiglieri. La grande novità è rappresentata da Giorgio Lops, ex arbitro di serie A, un altro volto nuovo è Roberto Antelmi, ex giocatore e direttore sportivo di alto livello. Erano già delegati assembleari Daniele Capello e Salvatore Margaglione, completano la rappresentanza territoriale Filippo Fava (Alessandria), Giancarlo Tarantola (Novara) e Daniele Sobrero (Cuneo), ex presidente Corneliano Roero e attuale delegato allo sport del Comune di Alba. 

Appena saranno disponibili, pubblicheremo anche la squadra e il programma di Christian Mossino.


“PIATTAFORMA PROGRAMMATICA” del candidato alla Presidenza del Comitato Regionale Piemonte-Valle d’Aosta FIGC LND FILIPPO GLIOZZI

Cari Presidenti,

la mia grande passione per il calcio e l’esperienza acquisita come giocatore, dirigente di società ed infine come dirigente federale mi consentono di raccogliere questa sfida, nella convinzione di poter contribuire, insieme alla squadra composta da consiglieri e delegati assembleari che abbiamo formato, allo sviluppo ed alla crescita di cui il nostro calcio dilettantistico regionale necessita.

Abbiamo individuato 6 punti principali del nostro programma sicuramente ambizioso ma realizzabile nel tempo, grazie all’entusiasmo, all’energia ed alla voglia di fare che ci contraddistingue e che ci permetterà di assumere decisioni e iniziative concrete.

La LND ha come scopo principale non solo l’organizzazione ma anche lo “sviluppo” dell’attività sportiva che regola e questo sarà il cuore della nostra gestione, con l’obiettivo dunque di rilanciare il movimento e farlo crescere.

Occorrerà certamente in questa prima fase tenere conto dell’impatto negativo che la pandemia ha avuto e avrà sul nostro movimento, dunque molte iniziative e nuove attività verranno attivate e implementate nel momento in cui questa grave emergenza sarà terminata (e auspichiamo tutti a breve). Nel mentre occorrerà concentrarsi maggiormente sugli aspetti economici del movimento, pronti ad investire appena possibile.

Formazione, sviluppo, innovazione, pianificazione e condivisione saranno le regole sulla base delle quali decideremo le riforme organizzative e sportive del nostro calcio regionale.

Gli obiettivi che una squadra può raggiungere dipendono dagli uomini che la compongono ed io sono certo che l’esperienza, le capacità e l’entusiasmo dei consiglieri e delegati che ne fanno parte ed ai quali verranno delegate le varie attività, saranno la giusta forza.

Eravamo due grandi regioni, possiamo tornare ad esserlo, è ora di ripartire!

I nostri obiettivi principali:

  1. Nuova Organizzazione Comitato Regionale e Consiglio Regionale
  2. Nuova organizzazione sportiva regionale
  3. Centro Tecnico del Comitato Regionale (CTCR) e Club Piemonte
  4. Proposte per la sostenibilità del sistema e sostegno economico delle società sportive
  5. Sviluppo del rapporto di socialità
  6. Sviluppo dell’etica sportiva

Questo è il cuore del nostro programma che potrà essere modificato, integrato e migliorato grazie ai  vostri suggerimenti e interventi, soprattutto anche per il tramite delle “CONSULTE” di nuova costituzione (di cui all’art. 14 del Regolamento LND) e delle Commissioni che andremo ad istituire, diventando così il nostro vero e condiviso manifesto della “ripartenza” delle nostre due Regioni.

I PRESUPPOSTI GENERALI DELLA NOSTRA AZIONE: “DOBBIAMO PENSARE AGLI AIUTI PER LE SOCIETA’ ED A SOLUZIONI CHE AUMENTINO LA QUALITA’, MIGLIORINO IL MOVIMENTO, EVITANDO UN AUMENTO DEI COSTI“.

 

1. L’ORGANIZZAZIONE DEL COMITATO E DEL CONSIGLIO REGIONALE

1.1 Revisione della composizione del Consiglio Regionale

In conformità con quanto previsto dallo Statuto della LND, il primo obiettivo sarà quello di riportare il numero dei consiglieri a 11 (attualmente sono solo 7), al fine di garantire l’armonizzazione e la reale rappresentanza dell’intero territorio regionale e dunque delle delegazioni provinciali. Nel corso del primo consiglio utile verrà deliberato e avviato l’iter procedurale diretto ad ottenere l’autorizzazione alla variazione del numero degli attuali consiglieri regionali da parte della LND che potrebbe già concludersi entro l’anno 2021.

1.2 Partecipazione

Consulte: L’art. 14 (comma 1 , lettera I, lettera f) del Regolamento della LND prevede testualmente: “Presso il Comitato può essere costituita una Consulta composta da Dirigenti di società designati ogni biennio dal Consiglio Direttivo. La Consulta è un organismo di studio e di consulenza per i problemi attinenti l'attività svolta dal Comitato e viene periodicamente convocata e presieduta dal Presidente del Comitato stesso, il quale può designare al suo interno un coordinatore”.

Nel rispetto di tale normativa provvederemo finalmente ad istituire delle Consulte che avranno il compito di esaminare varie tematiche e formulare proposte in merito.

Esse saranno composte in modo permanente: (i) da alcuni dirigenti di società (in numero massimo da stabilire a seconda della tematica e del territorio di riferimento) che verranno designati dal Consiglio direttivo sulla base di criteri oggettivi prestabiliti (quali ad esempio le categorie di appartenenza e/o le diversità territoriali) (ii) da un coordinatore (iii) dal/i delegati Assembleari, oltre alla partecipazione del/i Delegati Provinciali o Distrettuali.

La Consulta è definita permanente in quanto si riunirà con cadenza temporale stabilita al suo interno (indicativamente almeno ogni tre mesi), anche in web-conference, così da poter esaminare, con tempistiche rapide, tutte le problematiche più attuali, senza ulteriori costi di gestione delle riunioni.

Commissioni: sempre nell’ottica del coinvolgimento, è nostra intenzione istituire altresì alcune Commissioni (tendenzialmente in linea con le aree gestionali di cui al punto seguente) che avranno il compito di esaminare, sotto un profilo tecnico, le varie problematiche inerenti le attività gestionali, calcistiche ed economiche e studiare eventuali soluzioni da suggerire al Consiglio Direttivo, anche sulla base di quanto emergerà in occasione di incontri e discussioni, come ad esempio in sede di Consulta, ma non solo ovviamente. Tali Commissioni potranno essere composte da un minimo di 4 membri di cui almeno un dirigente di società, un consigliere o un delegato assembleare, un rappresentante delle Delegazioni provinciali e/o distrettuali, oltre ad un tecnico del settore di appartenenza della Commissione istituita.

1.3 Le funzioni delle aree gestionali

Per favorire lo sviluppo e le riforme necessarie in ogni settore il Comitato Regionale sarà dotato di una nuova struttura organica che prevederà l’assegnazione di specifiche deleghe, e dunque la relativa responsabilità e gestione, sempre nel rispetto dei principi di collegialità e condivisone, a singoli consiglieri regionali, ciascuno di essi, così, sarà responsabile di uno specifico settore e ne curerà la relativa organizzazione e struttura in collaborazione con il personale del Comitato stesso e delle Delegazioni provinciali :

  1. Area istituzionale, rapporti con Enti e LND
  2. Area attività sportiva: campionati e tornei
  3. Area rappresentative provinciali e Club Piemonte
  4. Area gestionale, organigramma e struttura del Comitato Regionale e delle Delegazioni
  5. Area impianti sportivi
  6. Area servizi alle società
  7. Area social, media marketing
  8. Area ESPORT

Essi saranno inoltre i riferimenti per le Delegazioni Provinciali e le società al fine da snellire l’iter burocratico, dare informazioni e prendere le decisioni che si rendano necessarie. Ogni area gestionale, pertanto, dovrà agire nel rispetto delle norme ed essere un referente gestionale di riferimento per le società e collaborare con la relativa Commissione e Consulta, ove esistente ed istituita. Una particolare attenzione dovrà essere data alle diversità territoriali.

I Comitati Provinciali dovranno essere rivalutati e potenziati attraverso una nuova attribuzione di competenze e responsabilità, come ad esempio la riassegnazione della gestione della seconda categoria.

Infine verrà istituita, a turno tra consiglieri e delegati assembleari, una “reperibilità” di sette giorni su sette, soprattutto durante il sabato e domenica o altri giorni settimanali (in contemporaneità con le gare) in cui l’orario d’ufficio del Comitato e delle Delegazioni resterà chiuso al pubblico. Di tale reperibilità verrà data informazione e notizia ogni mese sul sito web del Comitato e sulle pagine social del medesimo.

Tale reperibilità andrà ad aggiungersi a quella già in essere da parte dei Delegati Provinciali e Distrettuali.

1.4 La comunicazione digitale

Le piattaforme digitali e i social-network sono strumenti già nell’uso quotidiano del Comitato Regionale e di tutti noi, pertanto non si può prescindere da un loro sviluppo, implementazione e consolidamento.

L’utilizzo di questi strumenti dovrà essere quotidiano e agevolare lo scambio di informazioni tra Comitato e società, non solo per le comunicazioni ufficiali ma anche per qualsiasi altra forma di comunicazione e di aggiornamento delle attività svolte non solo dal Consiglio direttivo ma anche dalle Consulte e dalle Commissioni. La piattaforma potrà altresì essere utilizzata per “ascoltare” la voce delle società.

Inoltre stiamo valutando insieme a primarie società del settore la possibilità di realizzare un’applicazione – interamente a titolo gratuito – che possa essere utile a fornire notizie e informazioni immediate ai Presidenti delle società, nonché ad agevolare alcuni rapporti con il Comitato Regionale.

 

2. ORGANIZZAZIONE SPORTIVA REGIONALE

2.1 La riforma dei campionati Eccellenza, Promozione, Prima categoria, Seconda Categoria, Terza categoria, Under 19 Regionale e Provinciali

Occorre rivalutare la Coppa Italia e la Coppa Piemonte attraverso l’applicazione di nuovi criteri del torneo. Riteniamo che possa essere importante al fine di aumentare la competitività e l’interesse garantire al vincitore della manifestazione l’accesso alla categoria superiore per la stagione sportiva successiva, fatto salvo per i vincitori della Coppa Italia di Eccellenza e di Promozione. Il vincitore della Coppa Italia di Promozione avrà diritto di precedenza in caso di ripescaggio nel campionato di eccellenza. Per valorizzare ulteriormente la competizione è allo studio la possibilità di formare dei gironi iniziali sul modello della Champions League, tema che sarà sicuramente trattato nelle prime Consulte, sempre con attenzione ad evitare un aumento dei costi.

Il nostro impegno sarà quello di riuscire a valorizzare la manifestazione anche attraverso il reperimento di sostegni economici esterni, ad esempio con l’ausilio di sponsorizzazioni di enti o privati che potrebbero divenire Main sponsor (Title Cup) della manifestazione. Il tutto previa autorizzazione della Lega Nazionale Dilettanti.

Con riferimento all’utilizzo dei giovani nei rispettivi campionati di appartenenza siamo dell’idea che il “giovane bravo” debba e possa giocare, a prescindere dagli obblighi e dalle normative federali. A tal fine riteniamo che sia più logico non imporre un utilizzo maggiore del numero di giovani stabilito annualmente dal Comunicato Ufficiale (il nr. 1 di ogni stagione) ma favorirne lo schieramento in campo mediante altri incentivi (ad es. premi, punteggi utili ai ripescaggi, premio fair play, e altro).

Con riferimento ai campionati provinciali e regionali degli under 19 intendiamo implementarli mediante l’inserimento di un nuovo campionato regionale denominato “PREMIER J”; in considerazione della straordinarietà della stagione in corso e della concreta possibilità che i risultati sportivi di quest’anno possano essere seriamente influenzati dalla pandemia in corso, riteniamo che la prima stagione utile entro la quale potrebbe essere possibile introdurre questo nuovo campionato non potrà essere prima della stagione sportiva 2022/2023; la formazione del primo girone “PREMIER J” regionale dovrà infatti tenere conto del piazzamento ottenuto nella stagione immediatamente precedente; al fine di elevare il livello dei campionati provinciali ed avere una maggiore competitività anche negli altri giorni dei regionali, verrà ridotto il numero di squadre partecipanti complessivamente ai campionati regionali; le società retrocesse dal campionato di serie D (interregionale) avranno diritto di iscrivere la loro squadra under 19 direttamente nel campionato Regionale anziché Provinciale. Naturalmente, verrà richiesta apposita autorizzazione della Lega Nazionale Dilettanti.

Riteniamo, inoltre, che, una volta cessata la pandemia, già dalla prossima stagione, ovvero da quella successiva, si debba dar vita ai campionati under 23 a livello provinciale (che prevedano anche la possibilità di utilizzare dei fuori quota), fondamentali per non perdere risorse umane che altrimenti lascerebbero il mondo del calcio giocato nel passaggio dagli under 19 alle prime squadre. Questa novità dovrà necessariamente passare da una valutazione delle società dilettantistiche attraverso le Consulte di nuova costituzione.

2.2 La riforma dei campionati S.G.S.

La riforma dei campionati del Settore Giovanile e Scolastico dev’essere il cuore pulsante della nostra ripartenza, per dare nuovo slancio alle competizioni sia sul piano organizzativo che qualitativo. L’attuale sistema trova la propria ragion d’essere nell’opportunità di salvaguardare gli interessi delle società e non delle singole squadre o meglio delle singole “annate”. Tale sistema però sappiamo che ha determinato numerosi problemi sul piano pratico ben noti.

Nel rispetto del principio che ha ispirato la riforma, riteniamo che pur garantendo il medesimo interesse si possa, parimenti trovare una soluzione alternativa.

La riforma che vorremmo attuare prevede la valorizzazione delle categorie, sia per i campionati under 17 ed under 15 che per i tornei under 16 ed under 14.

Tutte le squadre under 17 ed under 15 aventi i requisiti di merito, parteciperanno ad una fase di qualificazione nel periodo settembre/ottobre dalle quali usciranno le squadre aventi diritto alla partecipazione al campionato regionale. Verranno così formati dei gironi di qualificazione, le prime di ogni girone parteciperanno ad un girone “PREMIER”, le seguenti classificate acquisiranno il diritto di partecipare alla successiva fase regionale (per la quale prevediamo indicativamente un numero massimo di 48 squadre). La fase del campionato regionale avrà inizio dal mese di novembre.

A fine stagione verrà organizzata una manifestazione sportiva in cui verrà assegnata una Supercoppa con formula “weekend”, ovvero con una manifestazione che coinvolga le partecipanti in un fine settimana dedicato in località da designare.

Alle squadre che non parteciperanno ai gironi di qualificazione verrà garantita l’attività agonistica nel periodo settembre/novembre con una competizione organizzata appositamente e gestita da ogni Delegazione. Le società che non hanno ottenuto il diritto di accedere ai campionati regionali e le squadre che hanno deciso di non partecipare ai gironi di qualificazione, faranno parte dell’organico partecipante ai campionati provinciali gestiti dalle Delegazioni di competenza.

Chiederemo pertanto “deroga” alla LND-SGS di poter adottare il nuovo format dei campionati, in via sperimentale, se possibile, già dalla stagione 2021/2022; nel mentre verranno investite della relativa opinione le Consulte che, medio tempore, avremo formato.

2.3 Rilancio tornei S.G.S.

La grande attenzione che abbiamo intenzione di porre nei confronti del calcio giovanile non si deve fermare ai campionati, ma deve anche arrivare a toccare l’importante mondo dei tornei: in questo senso riteniamo utile, dialogando attentamente anche con il settore arbitrale, puntare a ridurre i costi di organizzazione dei tornei dall’ultimo anno della categoria Esordienti fino alla Juniores in modo tale che le società abbiano dei benefici: l’obiettivo è quindi duplice: valorizzare i tornei per i più grandi ed aumentare la possibilità di guadagno per le società.

2.4 Revisione organizzativa della Rappresentativa Regionale e nuova costituzione delle Selezioni Provinciali (nuovi criteri e finalità).

La Rappresentativa Regionale rappresenta la vetrina principale del Comitato regionale Piemonte Valle d’Aosta. È opportuno cercare di riportare la selezione regionale ai livelli competitivi cui le nostre due regioni meritano di essere riportate.

La selezione dei migliori giovani è attività complessa e rilevante che necessita di un lavoro costante e continuativo che rientra certamente nell’ambito del progetto CLUB PIEMONTE. A tal fine riteniamo che sia utile che il Coordinamento della rappresentativa regionale venga svolto da un team di tre persone.

Il Consiglio Direttivo nominerà i tre componenti del team che avranno compiti organizzativi del Club Piemonte e che presenteranno requisiti di competenze tecnico-manageriali e potranno fare affidamento su uno staff di Tecnici altamente preparati.

È nostra intenzione riattivare il prima possibile il Torneo delle Provincie, manifestazione riservata alle migliori formazioni di Under 16 e 14 da disputarsi in unico evento in località da definire. La riuscita della manifestazione dipenderà anche dalla ricerca sul territorio di Main sponsor e l’attribuzione di Title Cup rispetto al quale il Comitato Regionale metterà in campo tutte le sue forze e competenze.

Le Selezioni Provinciali, destinate agli under 16 ed under 14, saranno sotto l’egida organizzativa dei Comitati Provinciali e saranno supervisionati e supportati dal team di Coordinamento del Club Piemonte. Esse permetteranno formazione e visibilità ai giovani calciatori ed un criterio di formazione e selezione per le future rappresentative Regionali under 17 ed under 15.

Infine è nostra intenzione portare avanti delle relazioni con le più prestigiose realtà professionistiche dell’Area Nord, in modo da dare la possibilità ai giovani (ed anche allo staff) che rappresentano l’élite del nostro movimento di vivere delle esperienze di “stage” presso strutture appartenenti ai massimi livelli del calcio italiano entrando in contatto con i metodi di lavoro e con la mentalità dei professionisti.

2.5 Creazione del nuovo campionato E-Sports destinato alle società dilettantistiche.

Molte Federazioni dimostrano un atteggiamento di preponderante chiusura nei confronti degli ESports con il timore che questi possano sottrarre appassionati ed allontanare i più giovani dall’esercizio degli sport tradizionali. È vero l’esatto opposto. Molti sport tradizionali cd. “minori” trovano nuovo vigore e una maggiore diffusione verso i più giovani proprio successivamente alla propria “messa in mostra” tramite gli sport elettronici. Ma questo è vero anche nel caso del calcio.

Gli E-Sports, l’E-football in particolare, insegnano ai giovani le regole del gioco, trasmettono il valore di giocare in team, del non discriminare chi è diverso ed aiutano la comprensione e l’acquisizione delle lingue straniere.

Al giorno d’oggi, dobbiamo prendere atto che i dispositivi informatici occupano una fetta sempre più importante del tempo a disposizione dei nostri figli ed è quindi di fondamentale importanza non porsi in contrasto con tale mondo ma riuscire a comprenderlo, a renderlo piuttosto una risorsa anche per evitare che sottragga partecipazione ed interesse al nostro amato “calcio giocato”. Riteniamo, quindi, che tali valori debbano essere canalizzati e veicolati attraverso un centro di e-formazione gestito direttamente dal Comitato.

È nostra intenzione istituire inizialmente dalla stagione 2021/2022 un campionato di E-Football destinato inizialmente alle società che vorranno aderire al progetto, per poi integrarlo gradualmente a tutto il movimento e renderlo una possibile fonte di introiti e diffusione del brand per tutte le società, stante l’enorme difficoltà che ha il mondo dei dilettanti ad accedere ai diritti televisivi.

2.6 Sviluppo e rilancio del Calcio Femminile.

Tutto dovrà obbligatoriamente passare attraverso una riforma, che proporremo con convinzione agli organismi federali della LND in accordo con le società di calcio Femminile. I punti principali sono: la riorganizzazione sportiva regionale che passi attraverso una rimodulazione dei campionati istituendo una nuova categoria di Promozione anziché due gironi di Eccellenza per evitare risultati scontati e troppo “larghi” tra realtà obiettivamente diverse a livello qualitativo ed organizzativo; la separazione dell’attività dell’SGS tra Femminile e maschile; lo sviluppo dei rapporti di socialità con incontri tra le società per il confronto sui problemi ricorrenti; la revisione della regola che permette alle società maschili di tenere in organico ragazze fino ai 14 anni, abbassando l’età a 12 anni; elaborare un sistema che permetta alle società di settore femminile di poter essere incentivate, anche economicamente, nell’utilizzo delle giovani e nel numero di squadre iscritte ai vari campionati.

A livello regionale istituiremo una Consulta dedicata esclusivamente al calcio Femminile, essenziale per poter elaborare e sviluppare i progetti, cui parteciperanno il delegato al calcio Femminile, un coordinatore e i dirigenti delle società del calcio Femminile. In questa direzione sarà infine nostro impegno dare un’identità forte dal punto di vista tecnico e regolamentare al settore femminile: assimilarlo al settore maschile è un errore, si tratta di una attività che ha esigenze e caratteristiche meritevoli di rispetto, valorizzazione e sviluppo, non di una scontata quanto penalizzante omologazione al calcio maschile.

2.7 Sviluppo del Calcio a Cinque

La necessaria attenzione sarà riservata alle Società di Calcio a Cinque che danno vita ad una attività in espansione e costituiscono ormai una realtà consolidata del movimento dilettantistico regionale. Anche per i Dirigenti Federali del Calcio a 5, su scala regionale e provinciale, sarà assicurata la giusta visibilità e considerazione da parte del C.R. Piemonte Valle D’Aosta. Vi sarà sostegno a questa opera di sviluppo e crescita del movimento regionale attraverso nuove iniziative di promozione per i giovani che si avvicineranno al mondo del futsal, puntando alla crescita del numero di categorie di appartenenza ad ogni singola società del Calcio a 5.

In tale contesto sarà fondamentale cercare di sviluppare e implementare soprattutto i campionati “Under” del Calcio a 5, così permettendo una crescita costante a vantaggio dell’intero settore.

Teniamo molto a questa attività, quindi sarà nostro dovere congiuntamente al Delegato del Calcio a 5 dimostrare vicinanza e compartecipazione per sviscerare insieme tutte le problematiche legate, soprattutto, ai costi ed all’impiantistica sportiva, senza dimenticare gli investimenti nelle attività.

Infine è nostra intenzione, proprio nel segno del fare e nel dare visibilità all’attività del Calcio a 5, creare degli eventi completamente gratuiti riservati a tutti i dirigenti tesserati presso le società. Utile non solo come svago, ma soprattutto tesa al coinvolgimento di chi non conosce in prima persona tutte le sfaccettature di questa disciplina che fa della tecnica individuale la sua bandiera.

2.8 Master di formazione annuale per nuovi dirigenti sportivi e nuovi corsi di aggiornamento di carattere gestionale/regolamentare/amministrativo e di approfondimento delle carte federali.

La formazione è alla base dello sviluppo di qualsiasi attività umana in qualsiasi campo, soprattutto quello sportivo.

È nostra intenzione riprendere l’aggiornamento dei corsi per Dirigenti Sportivi che miglioreranno le competenze di tutti i partecipanti con particolare riferimento alle nuove normative in vigore e allo sviluppo di tutte le problematiche gestionali, organizzative, amministrative e regolamentari. I corsi saranno modellati su una formula di diretto ed esclusivo interesse dei Dirigenti di società, con la trattazione di argomenti di concreta attualità, oltre alle materie istituzionali (Regolamenti e Carte Federali, Giustizia Sportiva, Regolamento del gioco del calcio a 11 e Calcio a 5) tra cui gli aspetti fiscali e tributari, la tutela sanitaria, gli aspetti assicurativi, senza escludere altre tematiche degne di importanza e rilievo, anche in ragione del momento delicato che si sta vivendo. Ogni corso sarà coadiuvato a livello provinciale e si avvarrà di professionisti ed esperti delle rispettive discipline, con una impostazione semplice, lineare, di immediata e agevole comprensione. I corsi avverranno anche in videoconferenza, così da permettere a tutti di partecipare a prescindere dalla zona di appartenenza e abbattendo i costi di gestione.

È nostra intenzione inoltre formalizzare un Protocollo di intesa tra il Coordinamento Regionale per il Piemonte dell’ Associazione Italiana Avvocati dello Sport (A.I.A.S.) ed il Comitato Regionale Piemonte Valle D’Aosta, protocollo che ha come scopo la promozione e la realizzazione di seminari in materia di diritto sportivo finalizzati alla la formazione di dirigenti, allenatori ed atleti delle società sportive tesserate piemontesi, oltre ad offrire alle vostre società la possibilità di avvalersi di avvocati appartenenti alla A.I.A.S. Piemonte di comprovata esperienza professionale, per eventuali richieste di consulenza, anche in ambito amministrativo ed economico tramite fiscalisti, assistenza e/o di difesa in giudizio.

È nostra intenzione riprendere ed approfondire il dialogo con la classe arbitrale ed esso dovrà avvenire attraverso “percorsi di sensibilizzazione su conoscenza e approfondimento delle regole del gioco ai vari soggetti coinvolti: calciatori, allenatori/istruttori, dirigenti e genitori” ed attraverso una “agenda di eventi formativi promossa da FIGC Regionale, d’intesa con Settore Tecnico , SGS, C.R.A. (Comitato Regionale Arbitri Piemonte VDA) per l’organizzazione di incontri, aventi come oggetto tematiche tecnico/tattiche per giocatori, allenatori e arbitri”.

A fianco dei corsi tecnici riteniamo altresì necessario che vengano in seguito organizzati anche corsi di formazione per i dirigenti sul piano sanitario (ad esempio mediante illustrazione e conoscenza dei protocolli della LND o tramite l’utilizzo di materiali e strumenti sanitari presenti negli impianti sportivi), oggi peraltro ancora più importanti. Infine è nostra intenzione rivalutare la figura del medico sportivo, una figura che all’atto della visita di idoneità sportiva possa anche individuare eventuali situazioni degne di approfondimento informando la famiglia e supportandola nella risoluzione di tali problematiche.

 

3. CENTRO TECNICO DI LEGA DEL COMITATO REGIONALE E CLUB PIEMONTE

È ormai nota da tempo l’esigenza concreta che il Comitato Regionale del Piemonte e Valle d’Aosta debba essere dotato di un proprio Centro Tecnico ove poter realizzare e svolgere le attività del Club Piemonte, fondamentale per lo sviluppo di un vero progetto realizzativo del “Club Piemonte” finora purtroppo esistente solo nel nome e nel marchio.

Il CTCR sarà il punto di riferimento necessario per svolgere un lavoro efficace sul campo con le Rappresentative Regionali e le Selezioni Provinciali, per i corsi di formazione e aggiornamento, lo svolgimento di riunioni, incontri, assemblee, sorteggi, premiazioni e svariati eventi. La nuova organizzazione dovrà essere la base di partenza per i risultati di crescita sportiva valorizzando al meglio le risorse calcistiche del movimento piemontese.

IL CTCR potrà altresì essere inoltre a disposizione delle società che ne avranno necessità di utilizzo (ad esempio per recuperi gare in caso di indisponibilità del proprio impianto, etc), oltre che luogo adatto a svolgere riunioni, incontri, corsi di formazione ed eventi speciali (anche a livello nazionale). Il CTF potrà essere anche uno strumento utile per l’attività di marketing da svolgere sul territorio per reperire risorse, promuovendo al meglio il marchio “Piemonte-Valle d’Aosta”. Il CTF sarà anche teatro ideale per sviluppare attività collaterali legate all’internazionalizzazione del movimento e all’inclusione che caratterizza il mondo dello sport: sono allo studio infatti dei corsi tecnico/calcistici tenuti interamente in lingua inglese, un’ulteriore plusvalenza nel percorso di crescita dei nostri tesserati.

Obiettivo dei nostri primi quattro anni di governo sarà cercare di individuare e lavorare per realizzare il progetto inerente il “Centro Tecnico ad esclusivo del Comitato Regionale”.

 

4. LE PROPOSTE PER LA SOSTENIBILITÀ E GLI AIUTI ALLE SOCIETÀ

4.1 La sostenibilità del sistema come obiettivo di rilancio del movimento

Il tema economico, in questo momento così difficile, è il primo che dev’essere preso in considerazione. La gestione del calcio dilettantistico dei prossimi anni sconterà in modo considerevole le difficoltà e gli impatti devastanti che la pandemia avrà avuto sul movimento e di cui si renderemo conto solo nei prossimi mesi. Dunque sarà necessario essere pronti e programmare il futuro. Il mantenimento dei servizi e la loro implementazione secondo i progetti fin qui descritti, senza prevedere un aumento dei costi (anzi cercando di ridurli) mediante il reperimento di nuove risorse o l’efficientamento di quelle attuali (o anche di quelle minori che si presenteranno all’inizio della prossima stagione 2021/2022) saranno la sfida che dovrà affrontare il nostro movimento. Oggi è sempre più difficile per una società reperire i fondi necessari per permettere la sostenibilità della società stessa e la programmazione amministrativa ed economica.

Come anticipato al punto 1.4, verrà istituito un “vero“ sportello di consulenza e strategia finanziaria gestito da un esperto in materia di Finanza Sportiva, finalizzato a reperire fondi pubblici e privati per Associazioni e Società Sportive intenzionate ad apportare miglioramenti a impianti e strutture sportive già esistenti (rispetto ai quali assume un ruolo importante la stessa valorizzazione come delineata al successivo punto 5.1); l’esperto sarà presente almeno una volta al mese in Comitato e comunque raggiungibile telefonicamente o in videoconferenza al fine di dare una costante assistenza e consulenza.

Fermo restando che il primo obiettivo è far sopravvivere le società e quindi il sistema in questo difficile periodo, servono misure immediate e concrete, non simboliche. Proporremo come Comitato Regionale del Piemonte e Valle D’Aosta, con convinzione, agli organismi governativi di riferimento alcune misure economiche di immediata efficacia e nello specifico: l’esonero dal pagamento dell’iva per un periodo di almeno tre anni ed un ammortamento del 150% delle sponsorizzazioni per almeno cinque anni.

Anche sul piano Regionale sarà molto importante agire ad esempio richiedendo agli Enti di riferimento interventi mirati a sostengo del calcio giovanile e dilettantistico sulla base di un sistema equo (e dunque a favore di tutti gli sport) richiedendo, ad esempio, contributi sulla base del numero di atleti iscritti presso ognuna delle nostre società.

Alla luce della Riforma dello Sport in atto, della probabile abolizione del vincolo sportivo (rispetto al quale siamo certamente contrari, ma se così dev’essere occorre prenderne atto, pensando e proponendo da subito soluzioni alternative) e la trasformazione dei collaboratori in dipendenti sarà inevitabile un aumento dei costi di gestione che non devono ricadere sugli atleti e le loro famiglie. Infatti, in assenza di risorse alternative, le società si vedranno obbligate a reperire le risorse tra i propri associati, molti dei quali potrebbero non permetterselo. A tal fine sarà necessario essere vigili e attenti all’evoluzione sul piano nazionale della Riforma sullo Sport e non rimanere inerti e impreparati, cercando di farsi portatori di idee e soluzioni che possano rendere sostenibile economicamente il movimento e garantire le società e i loro investimenti.

A tal proposito riteniamo che il Comitato Regionale nella persona del Presidente debba farsi promotore, da subito, di idee e progetti da porre all’attenzione dei “tavolo nazionale della LND”, affinché il regolamento del cosiddetto Premio di Addestramento e Formazione Tecnica o altro sistema di salvaguardia economico degli investimenti che sarà previsto dalla normativa di riferimento sia un effettivo e concreto sistema di tutela e non risulti poi inefficiente o inadeguato a sostenere il sistema.

4.2 Supporto alle società in ambito creditizio

Tale supporto verrà realmente istituito e potenziato mediante la messa a disposizione di un gruppo di consulenti che fornirà assistenza gratuita a tutte le società finalizzato a fornire tutte le informazioni utili e necessarie per l’accesso/la gestione dei fondi di “mutualità” ed aiuti derivanti dal Credito Sportivo ed altri enti, incluso l’accesso ai Fondi europei e ad eventuali ulteriori nuove forme di sostegno. A tal fine, sarà nostra intenzione non solo richiedere il supporto esterno a professionisti e consulenti del settore (senza aggravio di costi naturalmente), ma anche di formare il personale dipendente del Comitato Regionale di modo che lo Sportello, nel tempo, possa divenire permanente e sempre più efficiente.

Insieme al team che verrà a formarsi, valuteremo altresì, la possibilità di creare una forma di aggregazione delle società (una “sorta” di Consorzio o altro strumento giuridico idoneo) che possa agevolare le società ad accedere, anche autonomamente, ai Fondi europei con maggiore efficacia, sempre nel rispetto delle regole imposte dalla FIGC-LND. Gli associati potranno così usufruire della consulenza a titolo gratuito e saranno supportati da professionisti e personale competente in materia legale e fiscale, come meglio precisato anche al successivo punto 4.1.

4.3 Le risorse federali del Comitato

L’impatto socio-economico ed i numeri che il nostro calcio sviluppa nel contesto regionale devono trovare un riconoscimento immediato al termine di ogni stagione sportiva. L’eventuale disavanzo economico annuale dovrà essere sempre obbligatoriamente immediatamente ridistribuito alle società oppure investito in progetti a media-lunga scadenza, previa condivisione con le società e studio di fattibilità. A tal fine ci prendiamo l’impegno di garantire la pubblicazione annuale dei bilanci della relativa gestione.

4.4 La valorizzazione del marchio federale in ambito regionale

Il marchio federale, il prestigio e l’identità ad esso collegato deve essere un elemento distintivo e dobbiamo avere la capacità di dare ad esso un valore sul piano commerciale. Esso deve essere ben identificato, garanzia di qualità e positività, allargando il mercato e recuperando spazi ad oggi lasciati ad altri. Riuscire in questo obiettivo significa poter dare in futuro nuove risorse alle società.

4.5 L’attività di promozione, strategia

L’attività di marketing potrà trovare la sua naturale evoluzione solo nel momento in cui il prodotto “Piemonte Valle d’Aosta” presenterà caratteristiche idonee per essere promosso. In tale ottica riteniamo che solo con un movimento in crescita e maggiormente rappresentativo, ad esempio attraverso la valorizzazione e la visibilità delle selezioni regionali, delle Coppe e dei campionati, sarà poi possibile reperire risorse economiche sul piano commerciale.

 

5. LO SVILUPPO DEL RAPPORTO SOCIALITA’

5.1 Lo sviluppo del rapporto socialità, la valorizzazione del territorio e degli impianti

È di fondamentale importanza che le società presenti sul territorio piemontese e valdostano siano maggiormente supportate nei vari rapporti con le istituzioni. Territorio vuol dire luoghi, persone, istituzioni, interlocutori e scenari attraverso i quali si concretizza l’intera azione di contatto. Sul territorio si muovono diversi mondi e tutti necessitano di una grande organizzazione ed un approccio diverso. In questa azione di contatto il Comitato nelle figure del Presidente, dei consiglieri e dei delegati assembleari sarà sicuramente sempre presente e di aiuto nelle relazioni. In particolar modo verso le istituzioni regionali (Regione Piemonte e Regione Autonoma Valle D’Aosta), mentre sarà compito delle Delegazioni rapportarsi a quelle comunali e territoriali.

In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, un esempio su tutti è il miglioramento delle strutture: un dovere per dare maggiore stabilità al futuro delle nostre società. Attraverso il supporto del Comitato Regionale, della Consulta e della Commissione, dovrà essere intensificato il dialogo con le istituzioni in modo da dotare sempre più realtà (in tutto il territorio) di impianti all’avanguardia e in grado di rientrare nei canoni di omologazione della LND. Sempre tramite il dialogo costante con le amministrazioni locali a supporto delle società, sarà possibile trovare equilibri capaci di ridurre i costi fissi di gestione degli impianti, per quanto possibile a seconda delle singole realtà. Infine è secondo noi fondamentale che le società di Piemonte e Valle d’Aosta possano vivere in sinergia il delicato tema dell’ammodernamento dell’impiantistica: i dati del territorio sono importanti come numero di campi e di interventi da realizzare, uno scenario che deve permettere di rivolgersi alle aziende del settore come una sorta di consorzio, supportati ovviamente dalla voce del Comitato Regionale, in modo tale da ottenere agevolazioni sistematiche dei costi grazie ad un volume di affari notevole se inteso nel suo complesso.

L’impianto rappresenta la casa di una società sportiva, e deve essere funzionale, sicura ed accogliente quanto più possibile per migliorare la qualità del prodotto calcio che stiamo andando a valorizzare.

5.2 L’inclusione sociale

L’impegno per l’inclusione sociale è una tematica centrale della nostra azione di contatto con il territorio. Significa riuscire a ridurre le distanze, contribuire a combattere tutte le forme di discriminazione, significa rendersi partecipi di una grande opera di solidarietà. Significa rendere il CALCIO COME FATTORE DI AGGREGAZIONE, non di divisione.

5.3 Progetti nella scuola

Come ben sappiamo purtroppo nel mondo della scuola il calcio viene spesso tenuto ai margini. È dunque importante cercare di riportare interesse e attenzione a questo sport nell’ambito scolastico. L’azione dello sport e del calcio in particolare passa attraverso una grande sensibilità nel predisporre progetti, nella capacità di rappresentarli, nella cura delle attività di contatto. Dobbiamo nuovamente interagire con il mondo scolastico giovanile con costanza e continuità, offrendo un contributo all’educazione motoria delle giovani generazioni sfruttando la popolarità, l’universalità e la semplicità del linguaggio del nostro sport.

Gli obiettivi sopra delineati non possono che passare per un maggiore coinvolgimento dei rapporti istituzionali con il CONI-USR (Ufficio Scolastico Regionale) e le attività da loro svolte nell’ambito dei Progetti scolastici. Inoltre vanno ridisegnati i rapporti con gli enti locali (Comuni e Circoscrizioni) per snellire le procedure di collaborazione con le singole realtà scolastiche e mettere in moto dei meccanismi virtuosi sia nei confronti delle società sportive sia verso l’istituzione scuola, sempre nel pieno rispetto delle regole.

5.4 Il calcio per diversamente abili

Sul solco e l’esperienza delle iniziative portate avanti dalla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della FIGC, svilupperemo un progetto finalizzato all’integrazione al suo interno di attività dedicate alla pratica calcistica, con contributi formativi e specifici corsi abilitativi, anche riservati ad allenatori di calciatori e calciatrici con disabilità. Sarà importante sviluppare l’attività degli atleti appartenenti a questa categoria speciale anche mediante un loro maggiore coinvolgimento finalizzato all’organizzazione di singoli e speciali eventi con il marchio FIGC, nel segno della collaborazione con istituzioni ed enti che possano anche patrocinare e sostenere tali manifestazioni. Un contributo fondamentale può essere portato dalle associazioni già operanti nel settore dell’attività sportiva per diversamente abili, usufruendo della loro esperienza per portare gli eventi FIGC ad un livello di eccellenza e allargando nel contempo la base dei partecipanti.

 

6. LO SVILUPPO DELL’ETICA SPORTIVA

Lo sviluppo dell’etica sportiva dovrà necessariamente passare attraverso delle regole precise: la trasparenza istituzionale; la pubblicazione, la diffusione, l’aggiornamento delle informazioni sui canali ufficiali del Comitato; l’assegnazione degli incarichi, dei progetti, tramite competenze e selezione del personale.

6.1 Fair play

Il Comitato sente su di sé una forte responsabilità in tema di sviluppo sociale ed educativo dei più giovani. In tal senso, l'applicazione del codice europeo di etica sportiva sarà al centro dell'attività del comitato.

Il fair play è essenziale se si vuole riuscire a promuovere e sviluppare lo sport e la partecipazione. La lealtà nello sport - il fair play - è benefica per l'individuo, per le organizzazioni sportive e per la società nel suo complesso. Tutti noi abbiamo la responsabilità di promuovere il FAIR PLAY, IL MODO VINCENTE (CHI GIOCA LEALMENTE È SEMPRE VINCITORE) in particole nelle scuole calcio e nel S.G.S. ed il movimento dei “grandi” dovrà essere l’esempio trainante.

6.2 No al razzismo

Tutti conoscete l’importanza di questa battaglia e il ruolo chiave rivestito dallo sport e in particolar modo dal calcio, sport popolare per eccellenza. Crediamo che le nostre società, in particolare nelle aree dove si registra la presenza di comunità straniere particolarmente rilevanti, abbiano bisogno della collaborazione di figure particolarmente rappresentative appartenenti a tali realtà in grado di facilitare il dialogo e l’inserimento degli atleti nelle società sportive. Un’opera fondamentale, da portare avanti non solo in campo ma anche e soprattutto sugli spalti. Infine sono allo studio iniziative per il sostegno economico delle famiglie in difficoltà per facilitarne l’iscrizione all’attività FIGC: crediamo che nessun bambino e nessuna bambina debbano rinunciare al calcio causa problematiche economiche.

Il nostro programma non è chiuso, ma “aperto” ad ogni riflessione e suggerimento.

Forza Piemonte e Valle d’Aosta!

 

Il candidato Presidente
Filippo Gliozzi

I candidati consiglieri
Roberto Antelmi, Daniele Capello, Filippo Fava, Giorgio Lops, Salvatore Margaglione, Daniele Sobrero, Giancarlo Tarantola.

“SEMBRA SEMPRE IMPOSSIBILE FINCHÉ NON LO HAI FATTO” (Nelson Mandela)

ASSEMBLEA ELETTIVA - Partito il percorso elettorale che porterà alla nomina dei nuovi presidenti di LND (6 febbraio) e FIGC (22 febbraio). Nei prossimi giorni pubblicheremo le squadre e i programmi dei due candidati alla carica di presidente LND Piemonte e Valle d’Aosta


Il percorso elettorale per definire la nuova governance del calcio è iniziato. L’Assemblea Elettiva della FIGC si svolgerà il 22 febbraio 2021, con il presidente Gabriele Gravina che sarà sfidato da Cosimo Sibilia, presidente della LND e vicepresidente vicario della FIGC. Tutte le componenti che parteciperanno all’elezione della massima carica del pallone nazionale dovranno definire i rispettivi governi prima di quella data: le associazioni di calciatori, allenatori e arbitri, Lega A, Lega B e Lega Pro, e naturalmente la Lega Nazionale Dilettanti, che ci interessa da vicino.

L’assemblea elettiva della LND è fissata per il 6 febbraio; entro e non oltre il 12 gennaio, dovranno svolgersi le assemblee regionali: le società piemontesi e valdostane saranno chiamate alle urne domenica 10 gennaio. Per la presidenza del comitato regionale Piemonte e Valle d’Aosta, ci sono due candidati: da una parte Christian Mossino, presidente in carica, dall’altra lo “sfidante” Filippo Gliozzi.

Nei prossimi giorni, con assoluta imparzialità, pubblicheremo le squadre e i programmi dei due candidati, in modo da offrire alle società e ai loro presidenti gli strumenti per fare la scelta – speriamo – migliore per il futuro del nostro calcio.

ASSEMBLEA ELETTIVA - Partito il percorso elettorale che porterà alla nomina dei nuovi presidenti di LND (6 febbraio) e FIGC (22 febbraio). Nei prossimi giorni pubblicheremo le squadre e i programmi dei due candidati alla carica di presidente LND Piemonte e Valle d’Aosta


Il percorso elettorale per definire la nuova governance del calcio è iniziato. L’Assemblea Elettiva della FIGC si svolgerà il 22 febbraio 2021, con il presidente Gabriele Gravina che sarà sfidato da Cosimo Sibilia, presidente della LND e vicepresidente vicario della FIGC. Tutte le componenti che parteciperanno all’elezione della massima carica del pallone nazionale dovranno definire i rispettivi governi prima di quella data: le associazioni di calciatori, allenatori e arbitri, Lega A, Lega B e Lega Pro, e naturalmente la Lega Nazionale Dilettanti, che ci interessa da vicino.

L’assemblea elettiva della LND è fissata per il 6 febbraio; entro e non oltre il 12 gennaio, dovranno svolgersi le assemblee regionali: le società piemontesi e valdostane saranno chiamate alle urne domenica 10 gennaio. Per la presidenza del comitato regionale Piemonte e Valle d’Aosta, ci sono due candidati: da una parte Christian Mossino, presidente in carica, dall’altra lo “sfidante” Filippo Gliozzi.

Nei prossimi giorni, con assoluta imparzialità, pubblicheremo le squadre e i programmi dei due candidati, in modo da offrire alle società e ai loro presidenti gli strumenti per fare la scelta – speriamo – migliore per il futuro del nostro calcio.

SOCIETA’ - Nasce un nuovo, grande polo nel cuneese, con lo storico marchio del Cuneo 1905 e lo stadio Paschero portati dal Cuneo FC, e la solida realtà dell’Olmo, che ha l’Eccellenza, tutte le giovanili regionali e la Scuola calcio Èlite


“Venerdì 11 dicembre la società sportiva dilettantistica Cuneo FC e l’Asd Olmo si uniscono in un unico progetto sportivo con l’obiettivo di riportare il calcio cuneese ai grandi fasti di un tempo, dopo un anno denso di difficoltà, investendo sempre più sul settore giovanile. A inizio 2021 si terrà una conferenza stampa per presentare i componenti della dirigenza e gli obiettivi della stagione sportiva 2021/22”.

Con questo comunicato stampa, pubblicato sul sito ufficiale dell’Olmo, viene annunciata la fusione che rinnoverà il panorama calcistico cuneese e regionale nella prossima stagione. Mancano i dettagli, a partire dal nome della nuova società e dall’organigramma, ma la prospettiva è chiara: unire le forze tra un marchio storico e in cerca di rilancio, che si porta in dote lo stadio Paschero, e una società in salute come quella biancorossa, che vanta la Prima squadra in Eccellenza, un Settore giovanile con tutte le squadre iscritte ai regionali e una Scuola calcio Èlite.

La fusione sarà il coronamento di un lungo corteggiamento, incentrato sulla contesa per avere il marchio storico del Cuneo 1905, società dichiarata fallita nel dicembre 2019. All’inizio della scorsa stagione era nato, sotto l’ala protettiva del Comune, il Cuneo FC del presidente Mario Castellino, che in estate aveva vinto l’asta per avere il marchio del Cuneo 1905 proprio contro l’Olmo e altri due investitori privati. Ma evidentemente la società del presidente Riccardo Andreis non si è fermata a quella parziale sconfitta, anzi proprio da lì nasce la trattativa che ha portato all’annunciato “unico progetto sportivo con l’obiettivo di riportare il calcio cuneese ai grandi fasti di un tempo”. Per i dettagli, bisognerà aspettare gennaio 2021.

PANCHINA - L’ex selezionatore della rappresentativa regionale, già allenatore nelle giovanili nazionali di Ivrea, Alessandria e Canavese, prende il posto di Emiliano Ferrari. “Qui al Lascaris ho iniziato 15 anni fa, è il modo migliore per ricominciare. Stiamo studiando come riprogrammare l’attività, la salute viene prima di tutto”


Claudio Frasca è il nuovo allenatore dell’Under 17 del Lascaris: la società bianconera ha scelto l’ex selezionatore della rappresentativa regionale per sostituire Emiliano Ferrari. “Per i nostri 2004 - spiega il presidente Vincenzo Gaeta - abbiamo mantenuto una guida tecnica di altissimo livello, per portare avanti il lavoro iniziato in questa difficile stagione”.

Dottore specializzato massoterapia, posturologia e rieducazione motoria, allenatore nelle giovanili nazionali con Ivrea, Alessandria e Canavese, da quattro anni in Federazione nello staff delle rappresentative e anche nello scouting delle selezioni nazionali, Frasca ritrova una panchina importante dopo tante stagioni: “Torno a fare quello che mi piace di più, sono molto contento, non vedo l’ora di poter incominciare sul campo” spiega il neo allenatore bianconero, che poi entra nello specifico: “Dopo le esperienze con le giovanili nazionali, sono stato fermo tre anni in cui mi sono dedicato alla formazione e alla crescita del mio studio medico. Con le rappresentative questa sarebbe stata la quarta stagione, ma anche quest’anno non si giocherà il Torneo delle Regioni e rischiavo di stare fermo altri sei mesi. La chiama di Christian Balice è arrivata nel momento giusto. Stare in campo con i giovani è sempre bello, ma allenare tutti i giorni è diverso dal lavoro del selezionatore: insomma non ci abbiamo messo molto a trovare l’accordo”.

La rosa dei 2004 del Lascaris è davvero importante, Frasca non si nasconde: “Una squadra importante e competitiva, costruita per vincere, con tanti ragazzi che ritrovo dalle esperienze con le rappresentative, finora allenata da un mister che stimo molto come Ferrari. Mi sembra il modo migliore per rientrare a lavorare con le società, per di più in un ambiente che conosco bene perché è qui al Lascaris che ho iniziato 15 anni fa come responsabile della Scuola calcio e preparatore atletico, prima di andare all’Albese con Scola e iniziare da lì la mia carriera che mi ha portato ad allenare per quattro anni nelle giovanili nazionali”.

Idee chiare anche sugli obiettivi: “È una grande opportunità per costruire qualcosa di importante: non voglio fare promesse e come sempre sarà il campo a decidere, ma non posso negare che questa squadra è stata costruita per vincere. Non dobbiamo mai dimenticare che il calcio è un gioco, dobbiamo giocare e divertirci al massimo. Ma io, quando perdo, non mi diverto tanto…”

Questa stagione tormentata è gravata da un enorme punto di domanda. Anche se è possibile riprendere gli allenamenti, per quanto in forma individuale, quando e come si giocherà? “È un enorme problema, i ragazzi stanno soffrendo l’impossibilità di allenarsi e fare attività fisica, che rischia di avere conseguenze spiacevoli sulla salute, prima che sul calcio. Per ora ho avuto solo un approccio con i ragazzi - conclude Frasca - ma dobbiamo capire in questi giorni come riprogrammare l’attività. Io non vedo l’ora di iniziare, fosse per me sarei già in campo, ma bisogna fare scelte prudenti, condivise, razionali.

RIFORMA DELLO SPORT - È scontro totale sull’eliminazione del vincolo sportivo approvato dal Consiglio dei Ministri all’interno dei decreti di riforma dello sport, con cinque decreti che riguardano “le tutele per i lavoratori sportivi, il professionismo femminile, l’accesso degli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato, l’abolizione del vincolo sportivo per i più giovani sostituito da un premio di formazione”, come annunciato dal Ministro Spadafora in persona. Ora la discussione deve passare alla conferenza delle Regioni e alle commissioni parlamentari competenti. Se - come sembra - ci sarà un via libera definitivo, verrà eliminato il vincolo sportivo per i giovani e per i dilettanti, adeguandoli di fatto ai professionisti.


LND, COSIMO SIBILIA: “GRAVE MINACCIA PER L’ESISTENZA DEL CALCIO DILETTANTISTICO”

Una diga per opporsi alla catastrofe. È questa l'immagine che chiarisce la posizione della Lega Nazionale Dilettanti rispetto alla modifica per decreto legislativo del vincolo e all'introduzione di nuove norme in materia di lavoro sportivo. La LND, che rappresenta 12 mila società di calcio dilettantistico in Italia, si dichiara infatti totalmente contraria a qualsiasi variazione alle norme attualmente in vigore e che regolano questi due ambiti dell'attività sportiva.

"Le norme sul vincolo sportivo presenti nei decreti attuativi rappresentano una grave minaccia per l'esistenza del calcio dilettantistico a partire dalle scuole calcio, coinvolgendo l'intera filiera dell'attività giovanile, che è la vera risorsa del movimento unitamente all'attività delle prime squadre fondata principalmente sulla valorizzazione dei giovani - non usa mezzi termini il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia, nel commentare l'approvazione dei testi da parte del Consiglio dei Ministri - Il vincolo di tesseramento, invece, assunto con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione. Non esistono, in senso assoluto, forme d’indennizzo che possano surrogarlo. E poi come si può pensare, specie in questo particolare momento storico, di mettere sulle spalle delle ASD anche il fardello dei rapporti di lavoro, dimenticando completamente i sacrifici e gli oneri già pesantissimi che gravano su realtà che basano la loro opera sul volontariato?".

Il decreto legislativo sul lavoro sportivo assesterà un duro colpo alle ASD e SSD che dovranno considerare i loro atleti dilettanti (in contrasto con le norme della FIGC) come lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS con aggravio di costi e incombenze di versamenti, registrazione, ecc., fermo restando che quei contributi non arriveranno mai ai destinatari in quanto la vita sportiva di un atleta si esaurisce nell’arco di pochi anni e la loro concorrenza ad una futura ipotetica pensione consterebbe di poche decine di euro.

Non solo, nella legge di bilancio, in corso di approvazione in Parlamento, è prevista l’abolizione della norma recata dall’art. 4 del DPRE n. 633/72 che stabilisce l’esonero dall’IVA delle attività rese dalle associazioni sportive nei confronti dei soci, tesserati e partecipanti. Dette attività, finora considerate non commerciali, con la norma che si sta introducendo con la legge di bilancio, verrebbero ricondotte nel campo IVA con obblighi di fatturazione e registrazione che renderanno sempre più difficile la vita dell’associazionismo sportivo.

La Lega Nazionale Dilettanti chiede quindi l'intervento deciso della Federazione Italiana Giuoco Calcio. "La FIGC, titolare in materia, deve attivarsi in totale opposizione a queste paventate norme che, se entrassero in vigore, decreterebbero l’estinzione di migliaia di Società affiliate alla stessa Federazione - dichiara Sibilia - Rispetto alla questione del vincolo la LND non si è mai sottratta al dialogo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dall'AIC, coordinandosi con la FIGC".

“Ci troviamo perfettamente in linea con le dichiarazioni del Presidente Sibilia - afferma il Presidente Christian Mossino -. Il provvedimento penalizza fortemente il sistema calcistico, che a causa di questa pandemia riversa già in gravi sofferenze, pertanto supporteremo, per quanto di nostra competenza, tutte le azioni che la Federazione e la Lega vorranno intraprendere affinchè non trovi effettiva attuazione”.

Fonti: www.lnd.it e piemontevda.lnd.it

CHE COS’E’ IL VINCOLO SPORTIVO

Ma che cos’è il vincolo sportivo? È l’obbligo di svolgere la propria attività sportiva agonistica solamente per conto della società per la quale è tesserato: questo avviene per i professionisti (non in virtù del vincolo stesso, che è stato abolito nel 1981, con le successive modifiche del cosiddetto “decreto Bosman” del 1986, ma dal contratto di lavoro sportivo in esclusiva) che per i dilettanti.

Secondo l’articolo 31 delle NOIF (norme organizzative interne della FIGC) i giovani dagli 8 ai 16 anni possono essere tesserati per società che svolgono attività esclusiva nel Settore giovanile e nella divisione femminile con “vincolo per la sola durata della stagione sportiva, al termine della quale è libero/a di diritto”. Dal 14° anni di età (ma di fatto dal 16°, visto il punto precedente), in virtù dell’articolo 32, possono “assumere con la società della Lega Nazionale Dilettanti o della Divisione Calcio Femminile, per la quale sono già tesserati, vincolo di tesseramento sino al termine della stagione sportiva entro la quale abbiano anagraficamente compiuto il 25° anno di età, acquisendo la qualifica di “giovani dilettanti”. Il vincolo dei “giovani di serie”, ossia quelli tesserati per una società professionistica, termina al 19° anno di età.

Con il vincolo, il giocatore non può cambiare squadra se non con il consenso della società titolare del cartellino, a meno di casi particolari: sottoscrizione di un contratto da professionista, cambio di residenza, fallimento della società di appartenenza, mancata partecipazione alle prime quattro gare ufficiali durante la stagione sportiva. Per essere “libero” di cambiare squadra al 30 giugno di ogni anno, il rimedio è rappresentato dalla sottoscrizione, all’atto di ogni tesseramento, dello “svincolo per accordo” tra il calciatore e la società (il famoso articolo 108 delle NOIF).

Come in tutte le situazioni, ci sono vantaggi e svantaggi rispetto ai punti di vista. Molti giovani abbandonano l’attività agonistica non potendo scegliere con quale società giocare, così come non è un segreto che molte famiglie hanno dovuto metterci dei soldi per “liberare” i propri figli dal vincolo (con una pratica che, ricordiamolo, è illegale).

Se da un lato, dunque, l’abolizione del vincolo favorirebbe la libertà sportiva del calciatore dilettante, dall’altro, senza la tutela dei vincoli, le società difficilmente potrebbero sopravvivere e, soprattutto, non avrebbero nessun interesse ad investire nel Settore giovanile. Bisognerebbe dare più importanza ai premi di preparazione e formazione, ovvero il riconoscimento economico che la società di approdo deve versare alle società precedenti (le ultime tre) che hanno “insegnato” al giovane a diventare calciatore, secondo delle tabelle che tengono conto degli anni di permanenza e della categoria di destinazione. E anche a Federazione dovrebbe premiare i club in cui crescono i giovani, anche nei casi in cui non si affaccino al professionismo.

Invece, il “premio di formazione tecnica” previsto dalla riforma sarebbe corrisposto solo all’ultima società dilettantistica, amatoriale o giovanile ed esclusivamente in occasione del primo contratto di lavoro sportivo sottoscritto dall’atleta (non più in seguito al tesseramento). Anche in questo caso ci sono delle scorciatoie che tutti conoscono, come la creazione di società satellite fittizie da parte di società professionistiche. Comunque, con l’addio o il ridimensionamento degli introiti derivanti dalle premialità, le società per sopravvivere dovranno percorrere nuove strade, come l’aumento delle rette annuali che versano le famiglie dei giovani calciatori.

RIFORMA DELLO SPORT - È scontro totale sull’eliminazione del vincolo sportivo approvato dal Consiglio dei Ministri all’interno dei decreti di riforma dello sport, con cinque decreti che riguardano “le tutele per i lavoratori sportivi, il professionismo femminile, l’accesso degli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato, l’abolizione del vincolo sportivo per i più giovani sostituito da un premio di formazione”, come annunciato dal Ministro Spadafora in persona. Ora la discussione deve passare alla conferenza delle Regioni e alle commissioni parlamentari competenti. Se - come sembra - ci sarà un via libera definitivo, verrà eliminato il vincolo sportivo per i giovani e per i dilettanti, adeguandoli di fatto ai professionisti.


LND, COSIMO SIBILIA: “GRAVE MINACCIA PER L’ESISTENZA DEL CALCIO DILETTANTISTICO”

Una diga per opporsi alla catastrofe. È questa l'immagine che chiarisce la posizione della Lega Nazionale Dilettanti rispetto alla modifica per decreto legislativo del vincolo e all'introduzione di nuove norme in materia di lavoro sportivo. La LND, che rappresenta 12 mila società di calcio dilettantistico in Italia, si dichiara infatti totalmente contraria a qualsiasi variazione alle norme attualmente in vigore e che regolano questi due ambiti dell'attività sportiva.

"Le norme sul vincolo sportivo presenti nei decreti attuativi rappresentano una grave minaccia per l'esistenza del calcio dilettantistico a partire dalle scuole calcio, coinvolgendo l'intera filiera dell'attività giovanile, che è la vera risorsa del movimento unitamente all'attività delle prime squadre fondata principalmente sulla valorizzazione dei giovani - non usa mezzi termini il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia, nel commentare l'approvazione dei testi da parte del Consiglio dei Ministri - Il vincolo di tesseramento, invece, assunto con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione. Non esistono, in senso assoluto, forme d’indennizzo che possano surrogarlo. E poi come si può pensare, specie in questo particolare momento storico, di mettere sulle spalle delle ASD anche il fardello dei rapporti di lavoro, dimenticando completamente i sacrifici e gli oneri già pesantissimi che gravano su realtà che basano la loro opera sul volontariato?".

Il decreto legislativo sul lavoro sportivo assesterà un duro colpo alle ASD e SSD che dovranno considerare i loro atleti dilettanti (in contrasto con le norme della FIGC) come lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS con aggravio di costi e incombenze di versamenti, registrazione, ecc., fermo restando che quei contributi non arriveranno mai ai destinatari in quanto la vita sportiva di un atleta si esaurisce nell’arco di pochi anni e la loro concorrenza ad una futura ipotetica pensione consterebbe di poche decine di euro.

Non solo, nella legge di bilancio, in corso di approvazione in Parlamento, è prevista l’abolizione della norma recata dall’art. 4 del DPRE n. 633/72 che stabilisce l’esonero dall’IVA delle attività rese dalle associazioni sportive nei confronti dei soci, tesserati e partecipanti. Dette attività, finora considerate non commerciali, con la norma che si sta introducendo con la legge di bilancio, verrebbero ricondotte nel campo IVA con obblighi di fatturazione e registrazione che renderanno sempre più difficile la vita dell’associazionismo sportivo.

La Lega Nazionale Dilettanti chiede quindi l'intervento deciso della Federazione Italiana Giuoco Calcio. "La FIGC, titolare in materia, deve attivarsi in totale opposizione a queste paventate norme che, se entrassero in vigore, decreterebbero l’estinzione di migliaia di Società affiliate alla stessa Federazione - dichiara Sibilia - Rispetto alla questione del vincolo la LND non si è mai sottratta al dialogo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dall'AIC, coordinandosi con la FIGC".

“Ci troviamo perfettamente in linea con le dichiarazioni del Presidente Sibilia - afferma il Presidente Christian Mossino -. Il provvedimento penalizza fortemente il sistema calcistico, che a causa di questa pandemia riversa già in gravi sofferenze, pertanto supporteremo, per quanto di nostra competenza, tutte le azioni che la Federazione e la Lega vorranno intraprendere affinchè non trovi effettiva attuazione”.

Fonti: www.lnd.it e piemontevda.lnd.it

CHE COS’E’ IL VINCOLO SPORTIVO

Ma che cos’è il vincolo sportivo? È l’obbligo di svolgere la propria attività sportiva agonistica solamente per conto della società per la quale è tesserato: questo avviene per i professionisti (non in virtù del vincolo stesso, che è stato abolito nel 1981, con le successive modifiche del cosiddetto “decreto Bosman” del 1986, ma dal contratto di lavoro sportivo in esclusiva) che per i dilettanti.

Secondo l’articolo 31 delle NOIF (norme organizzative interne della FIGC) i giovani dagli 8 ai 16 anni possono essere tesserati per società che svolgono attività esclusiva nel Settore giovanile e nella divisione femminile con “vincolo per la sola durata della stagione sportiva, al termine della quale è libero/a di diritto”. Dal 14° anni di età (ma di fatto dal 16°, visto il punto precedente), in virtù dell’articolo 32, possono “assumere con la società della Lega Nazionale Dilettanti o della Divisione Calcio Femminile, per la quale sono già tesserati, vincolo di tesseramento sino al termine della stagione sportiva entro la quale abbiano anagraficamente compiuto il 25° anno di età, acquisendo la qualifica di “giovani dilettanti”. Il vincolo dei “giovani di serie”, ossia quelli tesserati per una società professionistica, termina al 19° anno di età.

Con il vincolo, il giocatore non può cambiare squadra se non con il consenso della società titolare del cartellino, a meno di casi particolari: sottoscrizione di un contratto da professionista, cambio di residenza, fallimento della società di appartenenza, mancata partecipazione alle prime quattro gare ufficiali durante la stagione sportiva. Per essere “libero” di cambiare squadra al 30 giugno di ogni anno, il rimedio è rappresentato dalla sottoscrizione, all’atto di ogni tesseramento, dello “svincolo per accordo” tra il calciatore e la società (il famoso articolo 108 delle NOIF).

Come in tutte le situazioni, ci sono vantaggi e svantaggi rispetto ai punti di vista. Molti giovani abbandonano l’attività agonistica non potendo scegliere con quale società giocare, così come non è un segreto che molte famiglie hanno dovuto metterci dei soldi per “liberare” i propri figli dal vincolo (con una pratica che, ricordiamolo, è illegale).

Se da un lato, dunque, l’abolizione del vincolo favorirebbe la libertà sportiva del calciatore dilettante, dall’altro, senza la tutela dei vincoli, le società difficilmente potrebbero sopravvivere e, soprattutto, non avrebbero nessun interesse ad investire nel Settore giovanile. Bisognerebbe dare più importanza ai premi di preparazione e formazione, ovvero il riconoscimento economico che la società di approdo deve versare alle società precedenti (le ultime tre) che hanno “insegnato” al giovane a diventare calciatore, secondo delle tabelle che tengono conto degli anni di permanenza e della categoria di destinazione. E anche a Federazione dovrebbe premiare i club in cui crescono i giovani, anche nei casi in cui non si affaccino al professionismo.

Invece, il “premio di formazione tecnica” previsto dalla riforma sarebbe corrisposto solo all’ultima società dilettantistica, amatoriale o giovanile ed esclusivamente in occasione del primo contratto di lavoro sportivo sottoscritto dall’atleta (non più in seguito al tesseramento). Anche in questo caso ci sono delle scorciatoie che tutti conoscono, come la creazione di società satellite fittizie da parte di società professionistiche. Comunque, con l’addio o il ridimensionamento degli introiti derivanti dalle premialità, le società per sopravvivere dovranno percorrere nuove strade, come l’aumento delle rette annuali che versano le famiglie dei giovani calciatori.

 

PANCHINA - Finisce dopo un anno e mezzo la collaborazione tra il tecnico romano e la società bianconera, che ora deve trovare un nuovo allenatore per l'Under 17. Vincenzo Gaeta: "Scelta sofferta, ma le nostre strade si dividono"


È finita la collaborazione tra il Lascaris ed Emiliano Ferrari, allenatore della corrazzata Under 17. Nel contesto delle difficoltà dovute alla sospensione dei campionati, che stanno mettendo a durissima prova le società, è arrivata la rottura insanabile tra l’allenatore romano e la dirigenza lascarina, anche se il presidente Vincenzo Gaeta usa parole concilianti: “Nessuna polemica, non serve a nessuno in questo momento, anzi devo dire che è stata una scelta sofferta e dolorosa. Semplicemente Ferrari non è più un allenatore del Lascaris, le nostre strade si dividono. Lo ringraziamo per il lavoro svolto in questo anno e mezzo, ora ragioniamo per trovare una soluzione di livello, per dare a questo gruppo, che è davvero importante, una guida all’altezza della situazione”.

Vista la sospensione dei campionati e l’incertezza sulla ripartenza, la società bianconera avrà tutto il tempo per decidere, senza dimenticare che ci sono anche delle possibili soluzioni interne.

LA STORIA - Prima da titolare in un campionato professionistico, con la maglia del Pontedera, per il difensore classe 2002 che nella sua carriera ha giocato con Juventus, Chisola, Torino e Cuneo


Esordio in serie C, grande prestazione e vittoria di squadra: la domenica perfetta di Mattia Pretato è andata in scena ieri, sul campo della Giana Erminio, dove il Pontedera ha vinto 2-3 (quinto successo in dieci partite per i granata, ma dopo ben tre turni di astinenza) con il 2002 piazzato al centro della difesa a tre, in un ruolo che – di solito – viene assegnato alla guida della squadra.

Juventus, Chisola, Torino, Cuneo e Pontedera (con l’intermezzo del prestito al Ponsacco) sono le tappe della carriera del giovane difensore, gestito dal consulente di mercato Vincenzo Catera: cresciuto in bianconero, rilanciato dalla società del presidente Luca Atzori con quel gruppo di 2002 che ha vinto tutto e lanciato tanti talenti (su tutti Alessandro Bianco, ora alla Fiorentina), poi rientrato nel professionismo al Torino in Under 18, prestato al Cuneo e finalmente da due anni in Toscana, dove ha trovato la sua giusta dimensione. In estate ha firmato il primo contratto da professionista, la settimana scorsa la sua prima panchina per “assaggiare” il mondo della serie C, domenica l’esordio, con tanto di prestazione autoritaria e vittoria di squadra.

La partita è stata indirizzata nel primo tempo, con la rete di Stanzani e la doppietta di Magrassi a firmare il parziale di 0-3; ma i lombardi non si sono arresi, hanno accorciato le distanze in chiusura del primo tempo e si sono fatti sotto a metà ripresa. Così scrive “La Nazione”, il più importante giornale della Toscana: “La baby difesa del Pontedera (due '99, il portiere Sarri e Vaccaro, un 2000, Matteucci, e un 2002, Pretato, al debutto in serie C) però ha retto fino al triplice fischio, conservando una vittoria che rilancia in classifica la squadra”.

Una grande soddisfazione per Pretato, all’esordio nel professionismo a soli 18 anni. Ed è solo l’inizio…

LUTTO - Dopo Ottavio Porta, un altro storico personaggio del calcio torinese se ne va: per vent'anni è stato presidente della società che aveva contribuito a fondare con la fusione tra Pertusa e Biglieri, e che ha segnato con la sua gestione familiare e piena di passione


Questo maledetto 2020 si è portato via un altro dei grandi presidenti che hanno costruito il calcio torinese e piemontese come lo conosciamo oggi: nella notte è mancato Mauro Grieco, 75 anni, storico presidente del Pertusa Biglieri, società di via Genova che per tanti anni è stato un riferimento a Torino sud.

Grieco, che nel Pertusa ha giocato da ragazzo, è stato l’artefice della fusione tra il Pertusa (il cui presidente all’epoca era l’avvocato Sorrentino) e il “suo” Biglieri, con il vicepresidente Pier Augusto Righetti a fare da trait d’union tra le due società. Era il 1997, per vent’anni Mauro Grieco è stato presidente del Pertusa Biglieri, fino alla fusione con il Kl del 2017, che ha portato alla nascita del Kl Pertusa con il passaggio di presidenza a Giorgio Manavella.

Insieme ai figli Maurizio e Michele, Grieco ha gestito la società con capacità e lungimiranza, riuscendo ad abbinare un’atmosfera familiare e una passione autentica, genuina, con ambizioni sportive che hanno portato tanti successi soprattutto nel Settore giovanile. La redazione di 11giovani e giocaacalcio si unisce al dolore delle tante persone che lo hanno conosciuto e apprezzato, e porge le sue più sentite condoglianze alla famiglia Grieco.