Sabato, 04 Maggio 2024
Giovedì, 19 Febbraio 2015 12:34

Fabrizio Viassi: "Sono un professionista, a Fossano mi hanno fatto una proposta irrinunciabile"

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INTERVISTA ESCLUSIVA - L'ex coordinatore delle rappresentative spiega le sue ragioni: "Il Fossano mi avrebbe concesso di andare avanti con la rappresentativa, è la Federazione che non ha voluto. In questi 4 mesi abbiamo fatto cose che altri non sono riusciti a fare in anni. Il livello del calcio giovanile piemontese è alto, il problema è valorizzarli nel modo giusto".

“Mi dispiace per la Federazione, ma a Fossano ci sono persone importanti e uno sponsor importante. Mi hanno presentato un progetto pluriennale, di alto livello tecnico ed economico. Io sono un professionista...”

Più chiaro di così non poteva essere Fabrizio Viassi, l'uomo chiamato da Bacchetta per risollevare le rappresentative regionali, che dopo 4 mesi di lavoro ha lasciato il ruolo di coordinatore tecnico. Il motivo? Lo spiega in esclusiva a 11giovani.it.
“In Federazione non ho avuto nessun tipo di difficoltà, con Bacchetta ci siamo trovati bene e mi hanno sempre accontentato. Ma qui a Fossano c'è Balocco e c'è un grande progetto, a me interessava un progetto e loro mi hanno assecondato. Io faccio il professionista, è compilcato dire di no a discorso di tre anni...”

“Mi avessero chiamato da qui a giugno – continua Viassi - avrei rifiutato, così come ho rifiutato Valenza, Villalvernia e altre società. Sono penultimi, non sarà una passeggiata, ma io ho lavorato bene quando ho avuto indipendenza tecnica e tranquilità contrattuale, perché vuol dire che la società si fida di me, come all'Acquanera, alla Novese, al Trino... In 18 anni non sono mai stato fermo un anno, un motivo ci sarà. Ma dopo la scottatura di Casale dell'anno scorso, il tradimento non tecnico ma personale del signor Coppo nei miei confronti, ne avevo le scatole piene. A settembre nessuno mi ha proposto un progetto serio, come quello prospettato adesso dal Fossano, per questo ho accettato la proposta della Federazione”.

Al di là delle motivazioni, più che comprensibili, della tua scelta, hai lasciato la Federazione in difficoltà...
“Vero, ma il Fossano mi avrebbe concesso di andare avanti con la rappresentativa, le due cose si potevano tranquillamente conciliare, è la Federazione che non ha voluto. Anche a me dispiace, avrei portato a termine l'annata molto volentieri. La faccio io una domanda...”

Prego.
“In Veneto, il selezionatore della Juniores allena gli Allievi nazionali del Bassano, vuol dire che si può, a livello di regolamento. Perché nelle altre regioni sì e da noi no? Ci si può chiedere, allora, se è giusto o non è giusto che un allenatore di società guidi anche la rappresentativa, ma questo è un altro discorso. Al di là del mio caso personale, aggiungo un'altra domanda provocatoria: perché un selezionatore è libero di andare in società?”

Hai fatto un sacco di domande, ti tocca anche qualche risposta...
“Perché non c'è tesseramento per la Federazione, non c'è tutela, nel senso che la Lnd non si tutela. Logico che se ricevo una proposta allettante, saluto e me ne vado, perché sono un professionista. Se all'inizio dell'anno avessi firmato un tesseramento e un contratto economico, adesso non avrei potuto movermi”.

Senti, in questi mesi hai comunque dato una scossa a tutto l'ambiente delle rappresentative. Che valutazione dai di questa esperienza?
“Abbiamo fatto grandi cose, non solo la partecipazione al Maggioni Righi e al torneo del Lascaris, ma una programmazione tecnica e organizzativa di grande livello e di grande spessore, in questo la Federazione mi ha sempre appoggiato. Anzi adesso avrei dovuto indicare un under 16 e under 17 per la Nazionale... li manderà qualcun altro”.

Tu chi avresti mandato?
“Diciamo che tra i '98, nella rosa dei papabili, c'erano Birolo del Casale, Conte e Fadda del Settimo”.

Ma non ti rimane la curiosità di capire, risultati alla mano, la qualità del lavoro svolto?
“Non si può giudicare il lavoro nelle giovanili solo dai risultati, lo dico adesso che non devo più mettere le mani avanti... Il calcio non è matematica, se no la Juve vincerebbe sempre con il Cesena, e in particolare con i giovani le variabili aumentano, se un ragazzino sbaglia un gol e si deprime vuol dire che si è lavorato male per un anno? Abbiamo fatto in 4 mesi cose che altri non sono riusciti a fare in anni, basti dire che abbiamo organizzato già una ventina di raduni. Se proponi un lavoro di un certo livello, poi vincere o non vincere ha un peso relativo”.

Un'ultima domanda. In questi mesi hai avuto modo di osservare da una posizione privilegiata il calcio giovanile piemontese. Come siamo messi?
“Il livello calcio giovanile piemontese è molto alto. Ragazzi validi ce ne sono tanti, l'ho detto a tutti i raduni. Il problema è chi pensa solo ai risultati, ho visto partite di Giovanissimi trasformate in finali di Champions, partite di Allievi tutte tattica, corsa, pressing e zero tecnica. Nelle giovanili servono istruttori, non allenatori. Vuoi fare l'allenatore? Vai in una Prima squadra, così ti prendi qualche schiaffone e capisci la differenza tra allenatore e istruttore”. 

Quindi il problema sono le società e gli allenatori?
“Senza esagerare, in questi 4 mesi avrò visto 500 ragazzi dai '96 ai 2000, tantissimi di alto livello. Il talento non lo crea la società o l'allenatore, Del Piero si nasce, ma bisogna assemblarli e valorizzarli. Ho partecipato alla riunione di Conte a Coverciano, faceva notare come delle ultime due finaliste della Primavera, Torino e Chievo, non c'è un solo ragazzo in rosa in Prima squadra. Questo esempio dice molto, e vale anche nelle categorie dilettantistiche: in tutta l'Eccellenza non c'è un solo difensore centrale del '96, non un attaccante centrale. Il mondo delle giovanili è vasto e variegato, ci sono una marea di ragazzini bravi in tutte le zone del Piemonte. Il problema è valorizzarli nel modo giusto”.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Febbraio 2015 12:12

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