INTERVISTA - Torino, Roma e Pinerolo le tappe più importanti della carriera della calciatrice, nota anche per la partecipazione come cantante all'undicesima edizione del programma “Amici” di Maria De Filippi. "La tecnica individuale è legata alla tattica, allo stare in campo. Ritengo che un giocatore possa evolvere solo se è “pensante” ovvero in possesso dei meccanismi cognitivi che permettono di fare la cosa migliore in un preciso momento”
Comincia col raccontarci qualcosa di te...
“Ho iniziato a giocare a pallone da piccola subentrando - per così dire - a mio fratello. Nostro padre è amante del calcio e sperava che mio fratello lo praticasse: tuttavia non aveva grandi qualità anzi, poveretto, piangeva agli allenamenti... Un giorno durante una gara di palleggi vengo notata da Franco Mancuso, mister del Cenisia di Torino, che mi fa entrare nella squadra maschile. Da quel momento ho iniziato a salire di livello nei settori giovanili, sempre maschili. A 14 anni finalmente mi ha chiamato il Torino femminile: lì sono sorte le prime difficoltà dato che ho iniziato a giocare con calciatrici molto più grandi di me.
Tuttavia, ho vinto 3 scudetti Primavera, viatico che mi ha condotto in prima squadra come titolare. Ho giocato così al fianco di Marta Carissimi, Patrizia Panico, Ilaria Pasqui, Tatiana Zorri, Emanuela Tesse, tutte giocatrici top di quel periodo. È arrivata quindi la convocazione in Nazionale (prima Under 15, poi Under 19). Dopo un primo anno di Campionato Europeo seguono una seconda e una prima piazza tra lo stupore generale. Penso di dovere tutto alla esperienza fatta nei sei anni con il Torino, dove ho giocato al fianco di tante calciatrici di alto livello. In seguito, mi sono trasferita alla Roma dove ho fatto tre campionati, vincendo uno scudetto, assieme ad atlete di grande talento come Alessia Tuttino e Ilaria Pasqui".
Parlaci del tuo incontro con Tatiana Zorri, prima come calciatrice e successivamente come tua allenatrice.
“Pur se giovanissima ero appena arrivata in una società di Serie A: da novellina, ti tocca portare i palloni, pulire le scarpe e... andare a sventolare la sciarpa della società all'arrivo all'aeroporto di un nuovo giocatore importante. Così, con tutto lo staff siamo andati ad accogliere Tatiana Zorri. Da come me l'avevano descritta mi aspettavo di vedere una donna possente: invece mi sono trovata di fronte una ragazza minuta minuta. Una volta in campo, era veramente di una categoria superiore. Durante una delle prime partite giocate insieme lei fece un fallo da cartellino rosso, l'arbitro non capendo la dinamica espulse me senza che nessuno prendesse le mie difese. In quel momento capii che lei era Tatiana Zorri, io una ragazzina agli esordi. In ogni caso, Tatiana è sempre stata una calciatrice molto umile, che non ha mai fatto pesare il suo standing: poche chiacchiere e molti fatti. La rosa di quella squadra annoverava anche Patrizia Panico, Ilaria Pasqui, Emanuela Tesse: tutto ciò faceva sì che per me anche gli allenamenti erano una prova da sostenere con il massimo impegno. Il destino ha voluto che Tatiana diventasse la mia allenatrice a Pinerolo: lei ha una gestione del gruppo molto valida e trasmette delle sue competenze con tranquillità. Ha così formato una squadra molto unita, magari non eravamo le più forti ma le più coese: questo ci portava a vincere le partite”.
Tatiana, ti ha fatto entrare nella grande famiglia ISS: perché? E soprattutto cosa ti aspetti?
“Per me la formazione continua è molto importante: ancora oggi quando Tatiana mi allena ritorno a essere la bambina di 15 anni, una spugna che vuole apprendere tutto. Durante i Campionati Europei da me disputati un grande allenatore ha detto che una squadra è il prodotto algebrico tra i singoli: basta che uno dia zero in campo e risultato di tutta la squadra sarà pari a zero. Ho deciso pertanto di intraprendere questo percorso nel vostro centro di formazione per capire fino a che punto si debba lavorare per essere decisiva all'interno di una squadra. Voglio imparare dai più bravi”.
Cosa pensi sia utile per far conoscere questa metodologia di lavoro individuale anche al mondo del calcio femminile?
“Innanzitutto, c'è uno spazio di crescita enorme, tutto da esplorare. Inoltre, vorrei far capire l'importanza della tecnica individuale. Anche per sgombrare il campo dagli equivoci, non basta portare l'attenzione al singolo gesto: la tecnica è legata alla tattica, allo stare in campo, al perché, al dove e al quando. Ritengo che un giocatore possa evolvere solo se è “pensante” ovvero in possesso dei meccanismi cognitivi che permettono di fare la cosa migliore in un preciso momento. Il fatto che io avessi una tecnica superiore alla media mi dava la possibilità di ragionare in campo”.
Che cosa che ti affascina di più in questo percorso?
“Il fatto che voi abbiate guardato e fatto esperienza anche al di fuori dei confini italiani: sono affascinata dai racconti dei percorsi formativi del Real Madrid e del Barcellona. Fino a oggi io ho potuto vedere soltanto come si lavora nel nostro paese: l'idea di collaborare con persone che hanno un orizzonte così ampio significa che potrò nutrirmi di nozioni preziose e differenti rispetto alla norma per formarmi una mia identità competitiva: non si finisce mai di imparare”.
Cosa puoi dire, e dare, a una ragazzina che inizia a giocare a calcio?
“Tanto! Gli posso dire che questo sport ti dà la possibilità di sognare e dare la spinta per nutrire quella voglia, quella determinazione necessaria a raggiungere quei traguardi che da bimba hai solo sognato”.
LA CARRIERA
Pamela Gueli è un attaccante di ruolo: con la Nazionale italiana nel luglio 2008 ha vinto gli Europei Under-19. Nella fase finale della competizione ha giocato quattro partite segnando tre gol, risultando la migliore marcatrice delle azzurrine. L'UEFA l'ha anche annoverata tra le dieci migliori giocatrici del torneo.
Ha giocato nel calcio femminile a 11 fino al 2015, con Torino, Roma, Juventus Torino e Atletico Oristano. Nella stagione 2016/2017 è passata al calcio a 5, giocando in serie A con il Pescara Futsal. Nelle ultime tre stagioni ha giocato nel Pinerolo, squadra piemontese che milita in Serie C femminile.
Al di fuori del calcio, ha acquisito notorietà mediatica con la partecipazione come cantante all'undicesima edizione del programma “Amici” di Maria De Filippi.