Sabato, 27 Aprile 2024

EMERGENZA - Venti positivi nella Prima squadra, controlli a tappeto tra gli istruttori della Scuola calcio (che chiude in attesa dei verdetti), nessun problema nelle giovanili. Il presidente: “I nostri ragazzi vanno in campo solo se stanno bene: se questo vuol dire perdere una partita, chi se ne frega. Ma siamo sicuri che tutti facciano così?”


“Noi facciamo i tamponi a tutti ogni volta che c’è un ragazzo positivo: potevo fregarmene e giocare, ma la salute viene prima di tutto. I nostri ragazzi vanno in campo solo se stanno bene: se questo vuol dire perdere una partita, chi se ne frega. E sono disposto anche a correre il rischio di chiudere l’attività, ma sulla sicurezza non transigo”.

È molto provato Luca Atzori, presidente del Chisola, che negli ultimi giorni è stato “travolto” dal Covid: “Non solo in società, dovunque mi giro vedo gente positiva. La situazione sta diventando sempre più preoccupante”. Il problema è concentrato in seno alla Prima squadra, che ha saltato le ultime due partite di Eccellenza, contro Asti e Pinerolo: “Avevamo un ragazzo positivo, abbiamo fatto i tamponi a tutti e ora ne abbiamo venti. Sono tutti asintomatici per fortuna, stanno bene, ma ora sono fermi fino a quando torneranno negativi. Uno di loro era già stato positivo a marzo, questo mi preoccupa molto perché mi domando a cosa serva un vaccino…”

Chisola a parte, sono pochissime le partite dei dilettanti rinviate per Covid. “Sai cosa vuol dire?” domanda Atzori, che risponde: “Vuol dire che tanti se ne fregano. Facciamo un controllo a campione, prendiamo dieci società e facciamo tamponi a tutti. Cosa succederebbe? C’è il rischio di finire qui la stagione, con tutte le conseguenze del caso: società che chiudono e 15mila ragazzi senza sport. Ma cosa è più importante, vincere una partita o preservare la salute?”

Il problema, al Chisola, è fortunatamente contenuto al gruppo dei dilettanti. “Visto che abbiamo tanti istruttori giovani, che giocano o comunque frequentano i ragazzi della Prima squadra, abbiamo mandato tutti a fare il tampone e, in attesa del verdetto, abbiamo sospeso l’attività della Scuola calcio per questa settimana. Le squadre del Settore giovanile, che non hanno avuto contatti diretti, vanno avanti tranquillamente”.

In generale, quello della diffusione del Covid nel mondo del calcio dilettantistico è un problema senza soluzione. Il nuovo Dpcm sulle misure restrittive anti Covid-19 ha vietato gli sport di contatto “amatoriali”, quindi il calcetto tra amici, ma consente a tutta la filiera del dilettantismo e dell’attività giovanile di andare avanti. “Non so più cosa sia giusto o sbagliato - conclude Atzori - di sicuro io continuo a fare i controlli, chi se ne frega se mi faranno perdere le partite a tavolino. Spero proprio che lo facciano tutti”.

FINALISSIMA - Un gran tiro del numero 8 regala la vittoria ai granata di Ermanno Rodano, ma i giallorossi escono dal campo a testa alta, dopo aver disputato un grande torneo


Toro e Bra è gara per cuori forti. Ritmo altissimo, partita muscolare e carica di agonismo. Il Bra arriva alla finale chiudendo il Girone Arancio davanti alla Juventus, mentre il Torino chiude primo il Girone Verde davanti alle due Lascaris, a Collegno Paradiso e Chisola. Nella fase di triangolari finali il Toro vince di misura il derby e batte la Sisport con lo stesso risultato di 1-0, così come il Bra passa alla finale grazie ad un doppio 1-0, prima con il Lascaris Due e poi con il Valdruento.

Prime fasi di gioco della finalissima concitate. Un paio di occasioni per parte, ma nessuna davvero pericolosa, con i due estremi difensori pressoché inoperosi. Il Torino sale lentamente in cattedra e si rende insidioso con un tiro da fuori di Faye, alto sulla traversa di un soffio. I granata continuano a creare gioco e lo dimostra il numero di calci d’angolo che continua ad aumentare. Alla fine passano in vantaggio all’8’ minuto grazie a Mana, che si trova la palla sulla sinistra e incrocia bene sul palo opposti rasoterra: questa volta la mira è giusta e la palla finisce in rete, vano il tentativo dei difensori del Bra di opporsi al siluro. Nemmeno un giro di lancetta è il Toro va vicino al raddoppio con Taraglio, ma la botta sull’uscita del portiere giallorosso si stampa sulla traversa. Il Bra prova a rispondere con Botan, in velocità sulla destra, ma un contatto gli fa perdere l’equilibrio e l’azione si risolve in un nulla di fatto.

Il Bra prova a reagire ma il Torino gioca e imposta sempre con lucidità, lasciando poco spazio di manovra agli avversari. Al 15’ Matteo Simone del Torino guadagna un calcio di punizione. Si incarica della battuta dalla distanza, ma la palla finisce fuori con un tiro sporco non pericoloso per il Bra. C’è tempo ancora per un tiro da fuori ancora del granata Matteo Simone, alto di poco, dopodiché l’arbitro decreta la fine della gara con i suoi tre fischi finali e il Toro può esultare e alzare la coppa grazie al gol di Mana siglato a inizio partita. Il Bra non ha nulla da recriminare, la partita è stata giocata bene fino all’ultimo e va fatto un grande plauso al percorso fatto.

TORINO-BRA 1-0
RETE: 8’ Mana (T)
TORINO: Andreotti, Aissous, Badarau, Barone, Cretu, Faye, Gozzi, Mana, Ortolano, Quattrocchi, Simone, Rigaldo, Taraglio, Palumbo. All. Ermanno Rodano.
BRA: Fogliatto, Bellino, Inturri, Bordino, La Mastra, Odino, Fogliato, Botan, Tollini, Vallero, Myzyri, Fontana, Ambrogio, Vespier.

RISULTATI - Dimatteo, Chiabotto e Rollero firmano la vittoria bianconera, la squadra di Alessandro Ursoleo risponde con un poker sul Vanchiglia, con tutti e quattro i gol segnati da Conte. Il Cit Turin ferma l’Alpignano, reti bianche tra Rosta e Collegno Paradiso. Primo successo per il Pozzomaina, 2-3 sul campo del Bsr Grugliasco, e per il Pianezza, che cala il poker al Barcanova


Trascinato dal solito Dimatteo, il Lascaris si impone sull’Accademia Beppe Viola Real Torino e trova la seconda vittoria consecutiva. A tenere il passo dei bianconeri di Roberto Pepe c’è solo il Lucento di Alessandro Ursoleo, che cala il poker al Vanchiglia (granata ancora fermi al palo, anche questa è una notizia) e si propone per un testa a testa già infuocato. Super protagonista il bomber Conte, che ha segnato tutti e quattro i gol lucentini.

Tra le squadre che avevano vinto la prima, perdono terreno Alpignano e Rosta: i biancoazzurri non vanno oltre il pareggio casalingo contro il Cit Turin, mentre finisce con un giusto pareggio a reti bianche la gara tra i biancorossi e il Collegno Paradiso.

Sorride il Pozzomaina, che trova il suo primo successo sul campo del Bsr Grugliasco al termine di una partita davvero ricca di emozioni: al doppio vantaggio ospite di Dattolo e Steri risponde la squadra di casa con Dal Martello e Nazaro, ma nel finale di pensa Alberto a regalare la vittoria a mister Palmacci. Grande vittoria anche per il Pianezza di Raffaele Nuzzo, che cala il poker al Barcanova nell'ultima partita di giornata.

BSR GRUGLIASCO-POZZOMAINA 2-3
RETI: pt 10’ Dattolo (P), 16’ Steri (P), st 18’ Dal Martello (B), 23’ Nazaro (B), 34’ Alberto (P)

ALPIGNANO-CIT TURIN 1-1
RETI: Ferlazzo (A), Romeo (C)

LASCARIS-ACCADEMIA BEPPE VIOLA REAL TORINO 3-1
RETI: Dimatteo, Chiabotto, Rollero (L), Mastromatteo (A)

PIANEZZA-BARCANOVA 4-0
RETI: Zerbi, Mereu, Suppo, Pinci

ROSTA-COLLEGNO PARADISO 0-0

VANCHIGLIA-LUCENTO 0-4
RETI: 4 Conte

Riposa: CENISIA

FINALISSIMA - Partita equilibrata, finita a reti bianche: il verdetto ai rigori, il numero 10 granata Pierro segna il penalty decisivo


Un anno fa, vedere una finale come Torino-Sisport al Trofeo di Rosta, sarebbe sembrata una cosa normale, ma negli ultimi mesi, a causa dell’emergenza sanitaria, si erano quasi perse le speranze. Per fortuna, però, la speranza è l’ultima a morire e grazie alla splendida organizzazione rostese abbiamo potuto assistere a una finale combattuta e abbiamo potuto goderne fino alla fine nel rispetto delle norme di sicurezza.

Torino e Sisport sono arrivate a questa finale dopo un percorso che le ha viste protagoniste dello stesso girone, il Blu. La Sisport chiudendo a 12 punti (punteggio pieno), mentre il Torino chiedendo a 9 punti. Nella fase di triangolari finali il Toro pareggia nel derby della Mole con i cugini della Juventus e batte il Moncalieri 6-0, mentre la Sisport pareggia a reti inviolate con il Pinerolo e batte il Busca 3-0.

La finale inizia con qualche minuto di anticipo sullo splendido campo in erba principale di Rosta. A rendersi pericoloso dopo pochi minuti è il Torino di Navarro, con il numero 8 Locuratolo, prima insidioso con un tiro da fuori area respinto in angolo da Kamberi e poi con un colpo di testa ben parato sempre da Kamberi sugli sviluppi del corner. Poi ci prova con un destro dalla destra, potente e fuori di poco, il numero 3 granata Bazzoni. La Sisport resiste e studia l’avversario, tentando qualche timido contropiede. Dopo dieci minuti di gioco la gara è ancora ferma sullo 0-0, ma le emozioni non mancano e l’equilibrio regna sovrano.

Alla fine, dopo tanto gioco macinato, con il Torino a impostare e la Sisport ben organizzata in campo e senza sbavature, la gara si conclude sullo 0-0 e si decide ai calci di rigore. È il modo più spietato per decidere una finale: tirano tutti benissimo, solo un ragazzo in maglia bianconera sbaglia la mira, trionfa il Torino.

TORINO-SISPORT 6-5 dcr (0-0 dtr)
TORINO: Boscaro, Baba Hay, Bazzoni, Borda, Bottero, Crepaldi, Farinelli, Locuratolo, Martinelli, Pierro, Pomero, Fazio, Savant Ros, Scanavino, Spiga, Salvai. All. Marco Navarro.
SISPORT: Kamberi, D’Agostino, Fierro, Erdozain, Giraudo, Cece, De Angelis, Rosental, Farris, Cattalano, Carauddo, Carlone, Colicchio, Lazaro, Cordero, Di Cintio. All. Giovanni Gallo.
SEQUENZA RIGORI: Rosental (S) gol, Spiga (T) gol, De Angelis gol, Scanavino gol, Di Cintio gol, Bottero gol, Cordero gol, Bazzoni gol, Cattalano gol, Crepaldi gol, Colicchio fuori, Pierro gol.

RISULTATI / IN AGGIORNAMENTO - Nel girone A seconda vittoria consecutiva per Città di Cossato e Accademia Borgomanero, tre punti anche per Accademia Verbania, La Biellese, Juve Domo e Sanmartinese. Nel girone B si sbloccano Ivrea (2-0 sul Gassinosanraffaele) e Settimo (0-2 sul Vda Charvensod)


GIRONE A

Sono due le squadre che hanno già messo in cassaforte sei punti: il Città di Cossato, che ha superato il difficile ostacolo dello Sparta Novara con la doppietta di Ragno e la rete di Loumy, e l'Accademia Borgomanero, che ha sbancato Baveno grazie al gol del solito Lupoano. Prima vittoria stagionale (alla prima gara giocata) per Accademia Verbania (6 gol al Borgovercelli), La Biellese (addirittura 11 gol all’Academy Novara, con le triplette di Velcani e Bevilacqua) e Juve Domo, cui basta un rigore di Brandini per espugnare Gozzano, ancora fermo al palo dopo due gare. Sorride anche la Sanmartinese, che sblocca la classifica grazie al 7-2 alla Valle Elvo.

ACCADEMIA VERBANIA-BORGOVERCELLI 6-1
RETI: 2 Mandica, Ferrara, Bonetti, Capelli, Piana (A), Castiglia (B)

CITTA’ DI BAVENO-ACCADEMIA BORGOMANERO 0-1
RETE: Lupano

CITTA’ DI COSSATO-SPARTA NOVARA 3-1
RETI: 2 Ragno, Loumy (C), Crespi (S)

GOZZANO-JUVENTUS DOMO 0-1
RETE: Brandini su rigore

LA BIELLESE-ACADEMY NOVARA 11-0
RETI: 3 Velcani, 3 Bevilacqua, 2 Gaida, 2 Nicolello, Siviero

SANMARTINESE-VALLE ELVO OCCHIEPPESE 7-2
RETI: 2 Borroni, Abbane, Vuksani, Naldi, Mazza, Bellotti (S), Bettinelli, Carlino (V)

BORGOSESIA-RG TICINO 0-5
RETI: Karim, Zanetti, Omar, Pasini, Monfroglio

GIRONE B

Seconda vittoria consecutiva per Aygreville, Rivarolese e Volpiano. I valdostani di Nicola Turato vincono il derby con il Quincitava grazie a un autogol nel finale, al termine di una partita tiratissima. Più agevole il successo della squadra di Walter Madaschi, che passa sul campo del Pont Donnaz grazie allo scatenato Bettas, autore di tutti e tre i gol della partita. Nella partitissima del Don Mosso, il Volpiano batte il Venaria grazie al calcio di rigore trasformato da Esposito.

Prima vittoria stagionale per l’Ivrea, 2-0 al Gassinosanraffaele, per la soddisfazione di mister Talentino: “Non abbiamo fatto benissimo ma ottimo il risultato, è la nostra prima vittoria e fa morale”. Si sblocca anche il Settimo, che espugna il campo del Vda Charvensod con il risultato di 0-2

IVREA-GASSINOSANRAFFAELE 2-0
RETI: Moschetta, Magrì

PDHAE-RIVAROLESE 0-3
RETI: 3 Bettas

QUINCINETTO TAVAGNASCO-AYGREVILLE 1-2
RETI: '8 Money (A), '21 Mannino (Q), '70 Castello autogol (A)

VDA CHARVENSOD-SETTIMO 0-2
RETI: Ferreri, Hajji

VENARIA-VOLPIANO 0-1
RETE: Esposito su rigore

PRO EUREKA-CRESCENTINESE 6-0
RETI: Lamanna, Chiavello, Boukhanjer, Zitoli, Ferrario, Massaia

BORGARO NOBIS-CIRIE’ ND

INTERVISTE - L’ex professionista, che oggi allena alla Sisport, in tribuna in veste di papà: “Anche senza straniere, ci sono comunque tanti osservatori”. Sebastiano Mitola (Rosta 2008): “Sta andando decisamente bene, contento della mia squadra”. Fabio Manno (Cheraschese 2008): “Qui i miei ragazzi crescono”. Gabriele Formia (Torino 2011): “Grande torneo, vogliamo arrivare fino in fondo”


Bambini sorridenti in campo, pubblico entusiasta in tribuna: la prima giornata della fase finale del Trofeo Città di Rosta non tradisce le attese. I primi ad essere contenti di essere tornati a giocare partite di alto livello sono gli allenatori, come Sebastiano Mitola, istruttore del Rosta 2008: “Io sono qui da sei anni, collaboriamo tutti con la società per una perfetta riuscita del torneo: devo dire che anche quest’anno è di ottimo livello, come sempre, e l’organizzazione sta andando decisamente bene. Come squadra siamo contenti, siamo passati come primi nel girone e ora ci giochiamo le finali a viso aperto”.

Anche Fabio Manno allena i 2008, ma della Cheraschese. È il terzo anno che partecipiamo, devo dire che le cose stanno funzionando nonostante le oggettive difficoltà, ma mascherine, igienizzanti, gestione degli spazi e dei tempi ormai fanno parte della nostra quotidianità. Per noi che arriviamo dal cuneese venire a fare questi tornei è importante perché fanno crescere il bagaglio di esperienza dei nostri ragazzi. IL nostro è un gruppo che deve crescere e prepararsi per i regionali dell’anno prossimo, questa è una tappa fondamentale del percorso, anche perché il livello è alto e, nelle finali, l’asticella si alza ulteriormente”.

Anche Gabriele Formia, giovane istruttore dei 2011 del Torino, è molto carico: “Noi entriamo in gioco in questa fase finale ma lo facciamo con grande entusiasmo, abbiamo un gruppo valido e vogliamo arrivare fino in fondo. Per me è la prima volta qui a Rosta, ma le nostre squadre non mancano mai, perché questo è sempre stato un grande torneo. Serve ai nostri ragazzi per crescere e magari c’è anche l’occasione per scoprire qualche nuovo giocatorino interessante…”

A seguire il figlio Jacopo che gioca nel Torino, classe 2010, c’è anche Marco Pecorari, ex professionista che ora allena alla Sisport: “Ma sono qui in veste di papà” precisa subito. “Vedo belle squadre anche quest’anno, nonostante la mancanza delle straniere e delle professioniste in arrivo da altre regioni, devo dire che tutte le partite sono state difficili, anche perché nei tempi corti non puoi sbagliare nulla. La struttura è bella, il torneo è ben organizzato e ci sono comunque tanti osservatori: devo dire che anche quest’anno il Città di Rosta non tradisce le attese”. Della Sisport c’è anche la presenza fissa del coordinatore sportivo e tecnico Antonio Marchio, che preferisce non rilasciare dichiarazioni ma staziona stabilmente dove giocano i Primi calci, probabilmente a “caccia” di qualche nuovo talento.

Un altro genitore dal passato calcistico importante è Alessandro Parente, che proprio in questa stagione ha appeso gli scarpini al chiodo (le ultime partite le ha giocate con la maglia del Venaria) per dedicarsi ai figli: “Ne ho tre, tutti maschi - racconta - ma per ora giocano in due, Francesco del 2008 nella Sisport ed Edoardo del 2010 nella Juve. Devo dire che questo torneo, seppur in tono minore per causa di forza maggiore, rimane il più importante in questo periodo per la Scuola calcio”.
 

GLI ORGANIZZATORI - Quattro partite in contemporanea per tutto il giorno e pubblico delle grandi occasioni a Rosta, nel rispetto delle normative di sicurezza. “Siamo pronti per fare 700 panini”, raccontano dalla griglia. In tribuna anche Max Allegri


Basta arrivare al parcheggio dell’impianto sportivo di Rosta, pieno di macchine che debordano nei campi circostanti, per capire che sta succedendo qualcosa di eccezionale. Code ordinate all’ingresso, triage obbligatorio per tutti, centinaia di biglietti staccati: “Quasi come l’anno scorso, quando questa situazione era impensabile”, raccontano le signore alla cassa. In tribuna tutti (o quasi) rispettano la segnaletica su dove sedersi e indossano la mascherina. Sui tavoli di legno sparsi per l’impianto, tanti se la tolgono per addentare un panino con la salamella e bere una bibita, o gustarsi una crepe alla Nutella.

Poi c’è il calcio giocato, che dovrebbe essere la cosa più importante: si alternano due partite di Esordienti sul campo principale in erba naturale, un’altra gioca sul sintetico subito dietro, i più piccoli si divertono al chiuso del PalaWave. Tutto questo è il Trofeo Città di Rosta, più vivo che mai anche ai tempi del Covid.

“I conti li faremo solo lunedì, ma sta andando alla grande” commentano all’unisono i due organizzatori, Giuseppe Mirisola e Luca Pirronti, che corrono avanti e indietro affinché tutto fili liscio. “Certo dispiace che quest’anno non possiamo avere squadre straniere o anche solo da fuori regione - continua Mirisola -, con meno professionisti ci sono anche meno osservatori e addetti ai lavori, anche se alcuni vengono lo stesso, per esempio Max Allegri è venuto a trovarci già due volte. Ma è anche vero che le squadre di zona portano più gente…”

Anche quest’anno, il Trofeo Città di Rosta funziona alla grande. Le conferme arrivano anche dal “reparto griglia”, tra i più gettonati del torneo: “Certo che il Covid crea qualche disagio, bisogna mantenere le distanze e fare code ordinate - raccontano gli addetti ai lavori - ma di gente ce n’è tanta uguale. Quanti panini in questo week end? Siamo pronti per farne dai 500 ai 700, più le grigliate”. Un panino è stato offerto anche ad Antonio, volontario della Croce Rossa: “Siamo in sei che ci alterniamo, oggi io comunque sto qui tutto il giorno. Finora abbiamo fatto tre interventi: un gomito, una caviglia, insomma ordinaria amministrazione”. Sperando che continui così anche domani, il giorno delle finali e delle premiazioni.

INTERVISTA - L’ex istruttore del Vanchiglia spiega il suo addio alla panchina: “Io sono un amatore del calcio, non un professionista, allenavo per divertimento e passione, ma il mio lavoro è un altro. Nessuna polemica con il Vanchiglia, è un’evoluzione del calcio dilettantistico che non mi piace”. Poi uno sguardo al futuro: “Sogno una società che segua le sacre regole del dilettantismo e metta il divertimento al primo posto”


“Io con il calcio dilettantistico ho chiuso, non allenerò mai più”. Così scriveva in un post su Facebook del 2 ottobre Marco Capra, fresco di divorzio con il Vanchiglia, dove allenava da 12 anni, sempre nella Scuola calcio. Passato qualche giorno, la posizione è più sfumata e si apre a prospettive cariche di futuro. Magari non più su una panchina, ma dietro una scrivania. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato.

Marco, partiamo da quel post su Facebook. Uno sfogo a caldo, ma significativo.

“Premetto che non ce l’ho con il Vanchiglia, anzi li ringrazio per tutti gli anni passati insieme, per me il Vanchiglia rimane il bar dove vado a fare l’aperitivo con gli amici. Ma nel calcio dilettantistico sono troppe le cose che non mi piacciono più. Resto riconoscente al calcio perché mi ha insegnato tante cose, ma è un mondo in cui essere troppo buono è un difetto. Sta diventando sempre più professionistico, nel senso che scimmiotta il professionismo. Io faccio calcio per divertimento, per stare con i ragazzi e coltivare una passione. Se deve diventare un secondo lavoro, a me non va più bene”.

Questa evoluzione non riguarda solo il Vanchiglia.

“No, è un discorso generale. Il calcio dilettantistico ormai è sempre più un business e sempre meno un gioco. Io mi trovavo in difficoltà, con troppe partite e troppi tornei da affrontare. Quando ero ragazzo io, facevi una partita alla domenica e andava bene così. Adesso questi bambini si allenano poco e giocano sempre. Una parte importante del mio essere allenatore era quella di dare una forte carica emotiva alla squadra, alla sudamericana, il mio modello è il Cholo Simeone. Ma non puoi fare la guerra, ovviamente guerra sportiva, tutti i giorni…”

Ma le società si evolvono verso una gestione sempre più professionistica per necessità. Prima di tutto, lo chiedono i genitori. Secondo, le società che oggi funzionano sono quelle gestite in modo imprenditoriale.

“Sono d’accordo, ma se una società deve essere un’impresa, deve esserlo dalla A alla Z: deve seguire quelle regole, in primis deve avere dipendenti - allenatori e non solo - preparati e pagati, che seguano un regolamento preciso e vengano licenziati nel momento in cui non lo seguono. Ma così non è più un divertimento, una passione. Diventa un lavoro”.

Il calcio è un lavoro per i professionisti.

“Appunto. Ma attenzione, non facciamo confusione tra professionalità e professionismo. La professionalità è dovuta, per rispetto dei ragazzi e dei loro genitori, che pagano e devono avere un servizio. Io mi ritengo un amatore del calcio, non un professionista: tra i dilettanti, sinceramente, quanti possono dirsi professionisti? Io cerco di essere un professionista nel mio lavoro, ma non metterò mai il calcio davanti al mio lavoro, quello che mi permette di mantenere la mia famiglia. Secondo me, l’istruttore di una società dilettantistica deve essere una persona sana, equilibrata, professionale ma non professionista. E tu società non puoi pretendere troppo da una persona che fa calcio per divertimento. O l’uno, o l’altro”.

Tutto questo, insomma, ti ha portato a smettere di allenare dopo 12 anni.

“È una delle componenti. In realtà non sentivo più quella passione, quel sacro fuoco che deve ardere per fare le cose al meglio. Vedi, sono stato 54 giorni chiuso in casa con il Coronavirus, un’esperienza molto difficile a livello personale. E l’interruzione della stagione con i 2007, che aveva tutti i presupposti per essere fantastica, mi ha tolto gli stimoli da un lato, e mi ha fatto molto riflettere dall’altra”.

È un addio al calcio?

“No, perché il mio sogno nel calcio è sempre stato un altro: vorrei fondare o rilevare una società. Ho un gruppo di amici che fanno calcio da tanti anni, mi piacerebbe coinvolgerli in una società che rispecchi quanto ho raccontato finora e che insegni prima di tutto il divertimento. Il calcio è sport come tutti gli altri, non il mondo degli asini e degli ignoranti come purtroppo spesso appare. Sogno una società che abbassi i toni, che non abbia pretese di professionismo, anzi che segua le sacre regole del dilettantismo: professionalità sì, ma prima di tutto divertimento. Ora mi prendo un periodo di pausa, ma presto mi metterò al lavoro per coronare questo mio sogno e creare una società che faccia non calcio, ma lo sport del calcio”.

MERCATO - Il centrocampista del 2004 già lanciato in Eccellenza, dove nelle prime due giornate hanno segnato tanti prodotti del vivaio: Giambertone (2001), Granata (2002), Garcetti (2002) e Geraci (2003)


Inter, Empoli e Monza sono sulle tracce di Lorenzo Viano, talentuoso centrocampista classe 2004 che due anni fa il Chisola ha preso dal Torino: sono tanti gli osservatori che si affacciano sulle tribune di Vinovo, con la speranza di ripetere il “colpo” fatto dalla Fiorentina con Alessandro Bianco, mediano del 2002 titolare fisso nella Primavera viola e anche convocato per lo stage (poi saltato per precauzione) della nazionale Under 19.

Viano (che ha giocato da titolare in Eccellenza alla prima di campionato e domenica scorsa è tornano nella “sua” Under 17, andando in gol nel big match contro il Pinerolo) è l’ennesimo prodotto della cantera del Chisola, che negli ultimi anni conta a decine i giocatori mandati nel professionismo (clicca qui per leggere un punto della situazione dello scorso gennaio, dove il conteggio arrivava a 19).

A proposito di Eccellenza, la nuova strategia per valorizzare i giovani applicata dalla società del presidente Luca Atzori è quella di farli giocare in Prima squadra. Lampante l’esempio della prima partita di campionato, vinta 5-1 sul Rivoli con tutte le reti segnate da giocatori “fatti in casa”: Garcetti (2002), Giambertone (2001) che ha realizzato una doppietta, Granata (2002) che è andato a segno anche nel 2-2 con l’Atletico Torino di domenica scorsa, e Geraci (2003).

MERCATO - Il centrocampista ex Alpignano rinforza l’Under 17, l’esterno mancino in arrivo dal Torino è il colpaccio per l’Under 16


Non si ferma il mercato del Lascaris, che piazza altri due colpi di assoluto livello. Per la già fortissima squadra Under 17 arriva dai cugini dell’Alpignano Mattia Castelmaro, centrocampista di qualità che - non per caso - ha appena vinto il premio come miglior giocatore al Superoscar. Sulle sue tracce c’era anche il Sud Tirol, ma alla fine l’hanno spuntata i bianconeri, che regalano l’ennesimo rinforzo ad Emiliano Ferrari.

Ma c’è un colpo davvero importante anche nell’Under 15 di Luca Meschieri, che potrà contare sulle prestazioni di Fabio Italiano, in arrivo direttamente dal Torino. Esterno basso sinistro, grande corsa e mancino educato, Italiano può fare la differenza in ambito dilettantistico, con l’obiettivo di riconquistare in fretta un posto nel professionismo.