Sabato, 20 Aprile 2024

ESORDIENTI 2012 - Grande spettacolo al torneo in memoria del presidente del Caselle. Bianconeri senza rivali (solo il Parma è riuscito a portarli ai calci di rigore nei quarti di finale), novaresi eroici nella semifinale contro il Genoa, quarto posto per l’ottima Pro Vercelli, che si è tolta la soddisfazione di eliminare la Sampdoria


Juventus campione, Sparta Novara splendida seconda, Genoa di bronzo e Pro Vercelli quarta: sono questi i verdetti del Memorial Rossano Pavanello, torneo targato Bekings in memoria del presidente del Caselle, società che ha ospitato nel suo impianto sportivo la manifestazione riservata agli Esordienti 2012. Un torneo grandioso, di altissimo livello tecnico, che ha richiamato più di 500 spettatori nel corso del week end. Sabato la fase eliminatoria con le società dilettantistiche, domenica la seconda fase con le professioniste (Juventus, Genoa, Sampdoria, Parma, Pro Vercelli, Alessandria Renate e Pro Sesto), fino alle partite ad eliminazione diretta del pomeriggio.

QUARTI DI FINALE - CURELLA ELIMINA LA SAMP, LASCARIS FUORI SOLO AI RIGORI

Juventus in semifinale dopo una sfida equilibratissima con il Parma, chiusa a reti bianche e decisa solo ai calci di rigore: fondamentale la parata di Trapani su Sinaly (talento classe 2013, tra i migliori giocatori del torneo) e il successivo gol del Granieri. Avanti anche la Pro Vercelli, che ha messo in campo cuore e qualità per battere la Sampdoria. A fare la differenza, quando i tiri dal dischetto erano già nell'aria, la rete di Curella.

L'unica partita senza storia è stata quella stravinta dal Genoa sullo Spazio Talent Soccer (6-0 il risultato finale), che nulla ha potuto contro avversari davvero in palla, trascinata dai figli d’arte Alfredo e Alessandro (2013) Criscito. Infine lo Sparta Novara, che ha vinto ai rigori il duello delle sorprese con il Lascaris, ancora una volta ai calci di rigore, dopo il 2-2 dei tempi regolamentari (a segno Laface e Labarile per i novaresi).

SEMIFINALI - CAPITAN RUSSO TRASCINA LO SPARTA, MAZZA E GIORDANO MATTATORI BIANCONERI

Il coraggio della Pro Vercelli non ha potuto opporsi allo strapotere della Juventus, che ha vinto 2-0 la prima semifinale. La difesa delle bianche casacche ha retto grazie a due super parate di Pergola sul centravanti bianconero Ayello, ma il numero 1 vercellese si è arreso prima a Mazza, che lo ha saltato con una splendida finta di corpo per poi di segnare a porta vuota, poi a Giordano, che ha chiuso la partita su azione d’angolo.

Più combattuta la semifinale tra Genoa e Sparta Novara, vissuta su un’altalena di emozioni fino al 2-3 finale. Si comincia con un botta e risposta tra il talentuoso Laface e Alessandro Criscito; la pressione del grifone porta a una traversa dello scatenato numero 7 e al gol del vantaggio firmato da Canevello su una ribattuta, con l’opportunismo dell’attaccante vero. Ma a quel punto si scatena il capitano novarese Vittorio Russo, che realizza la doppietta che vale il sorpasso. C’è ancora tempo per il gol annullato a Strozzi per fuorigioco (sarebbe stato il 4-2) e per il palo colpito da Alfredo Criscito su punizione mancina all'ultimo respiro.  

FINALI - AMODIO FA LA DIFFERENZA, CHE BRAVO ALESSANDRO CRISCITO

Con la stanchezza di una lunga giornata di partite nelle gambe e nella testa, lo Sparta Novara crolla nella finalissima al cospetto di una Juventus che continua a viaggiare ai mille all’ora. Il protagonista assoluto è il numero 10 Filippo Amodio, che rompe l’equilibrio su assist di Marchisio e raddoppia (dopo il pareggio sfiorato da Russo) con una giocata d’autore, dribbling in un fazzoletto e diagonale vincente. I novaresi provano a rientrare in partita con il pallonetto di Strozzi, finito alto, ma non c’è niente da fare: in rapida serie Ayello cala il tris, Graneri segna il quarto gol e Mazza firma il 5-0 che chiude la finale e regala la medaglia d’oro ai bianconeri, con pieno merito.

Finisce in goleada anche la finale per il terzo posto, conquistato dal Genoa grazie al 4-1 sulla Pro Vercelli, ormai spompata. Il fulmineo gol di Cannataro è solo un’illusione, perché Alfredo Criscito pareggia su rigore, poi Alessandro Criscito mostra ancora le sue qualità con una doppietta e anche Olivetti entra nel tabellino dei marcatori.

LE ROSE DELLE FINALISTE

JUVENTUS: Trapani, Castrignano, Miotto, Granieri, Nemes, Giordano, Fiore, Marchisio, Ayello, Amodio, Dwomo, Marino, Chianese, Mazza. All. Pietro Magri.

SPARTA NOVARA: Fanchiotti, Longato, Sciannamea, Labarile, Skuqaj, Russo, Strozzi, Laface, De Stasio, Mandata, Nicoletti, Saresini, Roma, Ibrahimaj. All. Rosario Perrone.

GENOA: Serafini, Stasi, Marcenaro, Alfredo Criscito, Orlando, Sabatini, Alessandro Criscito, Cocuzza, Canevello, Raffaele, Priano, Genisio, Rossini, Di Vita, Fiorucci, Olivetti. All. Giovanni Battista Ferrera.

PRO VERCELLI: Pergola, Gambino, Curella, Vittoni, Avenia, Pamparana, Arcolite, Bellomi, Lupo, Bottone, Cannataro, Trofeo, Sotaj. All. Andrea Medina.

PANCHINA - Cambia l’allenatore dopo la sconfitta subita dal Chieri. Il presidente Luca Atzori: “Idee diverse, meglio interrompere subito”


Andrea Gnan torna sulla panchina del Chisola, l’avventura di Fabrizio Oranges si ferma dopo due sole partite del campionato nazionale Under 19. È questo il riassunto di quanto avvenuto a Vinovo in seguito alla sconfitta casalinga subita dal Chieri.

“Le idee di Oranges non erano compatibili con le nostre - spiega il presidente Luca Atzori - per cui, a malincuore, abbiamo deciso di interrompere subito la collaborazione. Ringrazio il mister per l’impegno profuso e gli auguro il meglio per la sua carriera, sono sicuro che troverà la dimensione giusta per esprimere tutte le sue potenzialità. Per noi l’Under 19 è un serbatoio fondamentale, basti pensare che questa settimana in serie D ben due 2006 hanno giocato titolari, è il nostro futuro”.

Torna quindi in sella Andrea Gnan, che nella scorsa stagione aveva ottenuto ottimi risultati (quarto posto e playoff sfumati solo per la regola degli 8 punti di differenza dalla terza), con cui si era consumata una rottura forse troppo frettolosa a inizio settembre.

PULCINI 2014 - Tra le dilettanti, raggiungono la fase finale il Chisola e i padroni di casa dell’Alpignano


L’Empoli si è confermato campione del Gallia Tournament, manifestazione organizzata dall’Alpignano per la categoria dei Pulcini 2014. Dopo il successo della prima edizione, i toscani si sono imposti in un super torneo cui hanno partecipato ben 30 società in arrivo da tutta Italia, oltre che dalla Francia alla Svizzera, con quasi 500 atleti che hanno incrociato i tacchetti sui campi dell’impianto sportivo “Allende”.

Alle spalle dell’Empoli si è piazzato l’Albinoleffe, terzo posto per l’Hellas Verona, quarto classificato il Pisa. Ottime anche le prestazioni offerte da Parma, Spezia e Juventus, dal Chisola e dai padroni di casa dell’Alpignano, che hanno raggiunto le fasi finali del torneo

PANCHINA - Il direttore tecnico Vincenzo Manzo si è assicurato l’esperto allenatore, che aveva appena lasciato l’RWC Lucento, e gli ha affidato il gruppo del 2011


Non poteva rimanere senza panchina a lungo, un allenatore come Paolo Petrucci, fresco di divorzio dall’RWC Lucento Stars per questioni logistiche (qui la spiegazione). Il colpaccio lo ha messo ha segno Vincenzo Manzo, direttore tecnico del Vanchiglia, che gli ha affidato la squadra Esordienti, un gruppo in cui la società granata crede molto, con la prospettiva di accompagnare i ragazzi del 2011 nell’ultimo passaggio verso il calcio “vero”, ovvero il salto da 9 a 11 giocatori.

Un percorso che Petrucci aveva già fatto a Venaria, in una delle tappe della sua ormai quasi trentennale carriera, che lo ha visto allenare in piazze importanti come Victoria Ivest, J Stars (con due vittorie dei campionati regionali), Atletico Torino e appunto Venaria.

GIUDICE SPORTIVO - Squalificato fino al 2025 il calciatore Lorenzo Marrone “per condotta violenta nei confronti del direttore di gara, colpito, al termine della partita, con un pugno al fianco, sferrato mentre l'arbitro era voltato di spalle”. Il presidente Franco Porta protesta: “Nessuno ha visto quel pugno, semplicemente perché non c'è stato. E comunque, se era di spalle come ha fatto a vedere chi è stato? Punizione assurda per il ragazzo e per la società, faremo ricorso in ogni sede”


Due anni di squalifica per un giocatore e una serie di sanzioni che mettono a rischio la partecipazione al prossimo campionato regionale: è la “mazzata” arrivata sul Pozzomaina Under 16 dalle sanzioni del Giudice sportivo (basate esclusivamente sul referto dell’arbitro, è bene ricordarlo), in seguito alla partita persa 3-1 sul campo del Vanchiglia nella prima giornata del campionato regionale.

Ecco cosa si legge sul Comunicato ufficiale:

  • Squalifica fino al 20/10/2023 per l'allenatore Loris Fasiello, “espulso al termine della gara per aver rivolto veementi proteste ed ingiurie nei confronti del direttore di gara”;
  • Squalifica fino al 20/09/2025 per il calciatore Lorenzo Marrone “per condotta violenta nei confronti del direttore di gara, consistita nell'averlo colpito, al termine della partita, con un pugno al fianco, sferrato mentre l'arbitro era voltato di spalle, provocandogli un immediato dolore. Dopo aver commesso tale inaccettabile gesto, il tesserato cercava di nascondersi in mezzo ai propri compagni di squadra per non farsi riconoscere e non essere quindi raggiunto dal provvedimento disciplinare (…).
  • Squalifica per 8 gare effettive per il calciatore Lorenzo Iacobbe, “espulso per condotta gravemente irriguardosa nei confronti dell'arbitro, concretizzatasi in un contatto fisico. Nello specifico, il giocatore tirava con forza la divisa dell'arbitro per protestare, urlandogli in faccia. Al termine della partita, rientrava in campo senza autorizzazione per reiterare le proteste”.
  • Squalifica per 4 gare effettive per il calciatore Carmelo Simone Dina, “espulso al termine della partita per aver reiteratamente e gravemente insultato il direttore di gara”.
  • Multa di 100 euro alla società Pozzomaina per £responsabilità oggettiva per le condotte dei propri tesserati”.

Una serie di squalifiche che, come dicevamo, rischiano di escludere il Pozzomaina dal prossimo campionato regionale, sanzione che scatta al raggiungimento dei 100 punti in coppa disciplina: la somma dopo la prima giornata arriva già a 66.

Ma il Pozzomaina non ci sta e farà ricorso in tutte le sedi opportune. Ad esprimere la voce della società è direttamente il presidente, Franco Porta: “La premessa è che il nostro mister e i nostri giocatori hanno sbagliato a protestare, gliel’ho già detto e lo ripeto pubblicamente, ma le sanzioni sono quantomeno esagerate. Il pugno di cui si parla nel referto il ragazzo dice di non averlo dato, e comunque non l'ha visto nessuno, neanche i dirigenti del Vanchiglia, che si sono detti disponibili a testimoniarlo. Speriamo che ci sia un video che chiarisca ogni dubbio. Nel referto si parla di un pugno sul fianco, dato all'arbitro quando era girato di spalle. A parte che l'arbitro non si è accasciato, non ha mostrato nessun segno di dolore, ma io mi domando: come fa a sapere chi è stato a dare quel misterioso pugno? Ha gli occhi dietro la testa? Eppure dovrebbe esserci la certezza per comminare una sanzione così pesante. Due anni di squalifica a un ragazzo del 2008, che non ha fatto niente, vuol dire buttarlo in strada. Ma che senso ha? E si penalizza in modo esagerato anche una società, che lavora tutti i giorni per togliere quei ragazzi dalla strada, perché tutte quelle squalifiche significano la pressoché certa esclusione dai regionali. Per tutte queste ragioni faremo ricorso e andremo fino in fondo a questa faccenda”.

INTERVISTA - Oltre alla sede centrale del Musiné Sport Village di Pianezza, la ISS ha 20 sedi in tutta Italia e qualche punto all’estero, si avvale di 80 istruttori e allena almeno tremila ragazzi e ragazze ogni anno. Il segreto? «Il nostro metodo di allenamento che ti porta fino alla partita, la correzione analitica del gesto, la voglia costante di crescere e migliorarsi» spiega Piras, che gestisce la scuola insieme a Enzo Friso


Due settimane fa, precisamente il 10 settembre 2023, l’ISS - Individual Soccer School ha festeggiato il suo 13esimo compleanno. «Quando siamo partiti, tutti mi dicevano “tanto non funziona”. E invece siamo ancora qui, abbiamo 20 sedi in Italia e qualche punto all’estero, in cui lavorano più di 80 istruttori e si allenano almeno tremila ragazzi e ragazze all’anno». Numeri impressionanti, che raccontano la crescita della scuola di perfezionamento individuale gestita da Giordano Piras ed Enzo Friso, che ha la sua sede centrale al “Musinè Sport Village” di Pianezza: «Oggi siamo un modello vincente».

Giordano, facciamo un po’ di storia. Raccontaci come è nato l’ISS.

«Ho iniziato a fare allenamenti individuali con Alberto Lampo, Rita Guarino, Patrizio Sala e Teo Coppola, mio amico d’infanzia, in quella che è stata la prima scuola in tutta Italia a insegnare calcio a livello individuale, la IFC. Questo mondo mi ha subito affascinato, per cui ho deciso di aggiornarmi e sono andato in giro per l’Europa per vedere come lavoravano e capire cosa mancava qui in Italia: Real Madrid, Barcellona, Ajax, Porto, sono andato a studiare dai migliori. E ho visto migliaia di video di gesti tecnici, cercando di capire come scomporre, e quindi come insegnare, ogni singolo gesto. Quello che oggi si vede nei video su Instagram e Tik Tok, noi lo facciamo da sempre. Siamo partiti con l’Individual Soccer School 13 anni fa, sul campo di Tetti Neirotti a Rivoli, eravamo io, Dennis Sanseverino e Tatiana Zorri. Enzo Friso è entrato un paio di anni dopo, oggi siamo noi due i responsabili dell’ISS. Da due anni abbiamo aperto anche l’ISS Women, progetto cui crediamo molto e che ci sta dando grandi soddisfazioni».

Dove si trovano le sedi dell’Individual Soccer School?

«Già nel 2011 siamo entrati al “Musinè Sport Village” di Pianezza, questa è la nostra casa, qui nascono e si sviluppano le nuove idee, qui teniamo i corsi per i nostri istruttori, oltre a fare tantissimi allenamenti individuali. Ma ci siamo diffusi in tutta Italia: abbiamo quattro sedi in Lombardia, tre in Veneto di cui una dedicata al femminile, due in Trentino, due in Alto Adige, una in Emilia-Romagna, in Liguria e in Valle d’Aosta, poi due in Sardegna e altre quattro in Sicilia. E poi abbiamo delle sedi all’estero, una fissa in Francia a Quimper, altre itineranti dove andiamo a fare campus che durano un paio di mesi, in Repubblica Ceca e in Australia».

Prossime tappe?

«Le prossime aperture saranno a Roma e negli Stati Uniti, una sede fissa nel Tennessee: ci siamo quasi, ma ne parleremo a tempo debito. E continuiamo, io ed Enzo, ad andare in giro per rimanere aggiornati: i prossimi viaggi in programma sono al Manchester City, al Mainz dove un nostro ex istruttore - Luca Saltuari - è diventato responsabile dell’attività di base, e al Red Bull Salisburgo, loro sono avanti anni luce. La ricerca e la formazione continua sono uno dei nostri segreti».

Diamo i numeri: quanti istruttori, quanti allievi.

«Difficile fare un conto preciso, perché c’è grande turnover. Diciamo che attualmente utilizziamo almeno 80 istruttori tra tutte le nostre sedi, la cosa importante è che sono tutti formati nella nostra scuola. Devono conoscere perfettamente il metodo di lavoro e la filosofia di ISS prima di scendere in campo con i ragazzi. Contare gli allievi è ancora più difficile: nell’arco di una stagione, tra i percorsi stagionali di allenamento, gli stage invernali ed estivi, gli eventi, girano nel mondo ISS almeno tremila bambini e ragazzi. In 13 anni saranno stati 25mila in tutto, visto che all’inizio erano un po’ meno».

Come si spiegano questi numeri clamorosi, qual è la differenza tra la vostra e le altre scuole di allenamento individuale, che ormai sono tantissime?

«Noi insegniamo la gestualità in una progressione che ti porta fino alla partita. Il nostro metodo non è fine a sé stesso, ma ti porta nelle situazioni di gioco. Insegniamo il gesto tecnico in rapporto alle situazioni che si possono creare in partita: se ti attaccano da una parte o dall’altra, se ti tirano la maglia, se ti saltano sopra… Tutti scompongono il gesto tecnico per insegnarlo e perfezionarlo, dall’inizio alla fine. Noi invece partiamo dalla fine, dalla partita. Prendiamo il gesto visto fare in partita e lo scomponiamo fino alla base. Non è facile da spiegare a parole, è molto più chiaro sul campo, ma questa è la base della nostra metodologia. Utilizziamo, come altri, il metodo 1 contro 1, un istruttore per un giocatore, ma ci differenziamo per la correzione analitica del gesto, fino al dettaglio: come toccare la palla, il movimento del corpo, sempre - ripeto - in rapporto alla partita».

La concorrenza in costante aumento vi disturba?

«No, anzi, per noi è un bene: più scuole ci sono, più crescono i nostri numeri. Tutti i ragazzi ormai vogliono fare gli individual e i nostri allievi continuano ad aumentare. Bene così».

In questi 13 anni, com’è cambiato il lavoro dell’Individual Soccer School?

«A livello tecnico ovviamente ci siamo evoluti e continuiamo ad evolverci giorno dopo giorno, quando non saremo più curiosi e non avremo nuove idee, sarà il momento di smettere. La filosofia di fondo, ovvero insegnare calcio, gesto tecnico e tattica, a livello individuale, rimane la stessa, ma perfezioniamo ogni giorno il nostro metodo, che ci permette di ottenere risultati soddisfacenti dentro e fuori dal campo. I cambiamenti più grandi ci sono stati dal punto di vista organizzativo, siamo passati da 3 istruttori e 13 bambini a quello che siamo adesso…»

E come sono cambiati, in questo decennio, i giovani calciatori e i loro genitori?

«I ragazzi, che prima veniva per imparare a giocare a calcio, adesso vengono perché vogliono diventare giocatori professionisti. La media nazionale dice che ce la fa uno ogni 13mila. Da noi la media è un po’ più alta, visto che ne contiamo una ventina sui 3mila di cui parlavamo prima, ma il discorso non cambia: noi garantiamo il miglioramento dei nostri allievi, non certo che diventino professionisti. Migliorare dà sicurezza, autostima, aiuta nei rapporti con i compagni di squadra, fa crescere non solo nel calcio ma nella scuola e nella vita di tutti i giorni. Nei nostri allenamenti il cervello lavora velocemente, devi ricordare un sacco di gesti e di movimenti, devi credere in te stesso. Ma non vendiamo illusioni: tanti ragazzi credono che venendo da noi diventeranno professionisti, ma non è così».

E i genitori?

«Il discorso è simile. Tanti pretendono troppo dai figli, mettono loro una pressione che li condiziona e li spaventa. Comunque, non bisogna mai dimenticare che il calcio è un gioco».

 

INTERVISTA - Oltre alla sede centrale del Musiné Sport Village di Pianezza, la ISS ha 20 sedi in tutta Italia e qualche punto all’estero, si avvale di 80 istruttori e allena almeno tremila ragazzi e ragazze ogni anno. Il segreto? «Il nostro metodo di allenamento che ti porta fino alla partita, la correzione analitica del gesto, la voglia costante di crescere e migliorarsi» spiega Piras, che gestisce la scuola insieme a Enzo Friso


Due settimane fa, precisamente il 10 settembre 2023, l’ISS - Individual Soccer School ha festeggiato il suo 13esimo compleanno. «Quando siamo partiti, tutti mi dicevano “tanto non funziona”. E invece siamo ancora qui, abbiamo 20 sedi in Italia e qualche punto all’estero, in cui lavorano più di 80 istruttori e si allenano almeno tremila ragazzi e ragazze all’anno». Numeri impressionanti, che raccontano la crescita della scuola di perfezionamento individuale gestita da Giordano Piras ed Enzo Friso, che ha la sua sede centrale al “Musinè Sport Village” di Pianezza: «Oggi siamo un modello vincente».

Giordano, facciamo un po’ di storia. Raccontaci come è nato l’ISS.

«Ho iniziato a fare allenamenti individuali con Alberto Lampo, Rita Guarino, Patrizio Sala e Teo Coppola, mio amico d’infanzia, in quella che è stata la prima scuola in tutta Italia a insegnare calcio a livello individuale, la IFC. Questo mondo mi ha subito affascinato, per cui ho deciso di aggiornarmi e sono andato in giro per l’Europa per vedere come lavoravano e capire cosa mancava qui in Italia: Real Madrid, Barcellona, Ajax, Porto, sono andato a studiare dai migliori. E ho visto migliaia di video di gesti tecnici, cercando di capire come scomporre, e quindi come insegnare, ogni singolo gesto. Quello che oggi si vede nei video su Instagram e Tik Tok, noi lo facciamo da sempre. Siamo partiti con l’Individual Soccer School 13 anni fa, sul campo di Tetti Neirotti a Rivoli, eravamo io, Dennis Sanseverino e Tatiana Zorri. Enzo Friso è entrato un paio di anni dopo, oggi siamo noi due i responsabili dell’ISS. Da due anni abbiamo aperto anche l’ISS Women, progetto cui crediamo molto e che ci sta dando grandi soddisfazioni».

Dove si trovano le sedi dell’Individual Soccer School?

«Già nel 2011 siamo entrati al “Musinè Sport Village” di Pianezza, questa è la nostra casa, qui nascono e si sviluppano le nuove idee, qui teniamo i corsi per i nostri istruttori, oltre a fare tantissimi allenamenti individuali. Ma ci siamo diffusi in tutta Italia: abbiamo quattro sedi in Lombardia, tre in Veneto di cui una dedicata al femminile, due in Trentino, due in Alto Adige, una in Emilia-Romagna, in Liguria e in Valle d’Aosta, poi due in Sardegna e altre quattro in Sicilia. E poi abbiamo delle sedi all’estero, una fissa in Francia a Quimper, altre itineranti dove andiamo a fare campus che durano un paio di mesi, in Repubblica Ceca e in Australia».

Prossime tappe?

«Le prossime aperture saranno a Roma e negli Stati Uniti, una sede fissa nel Tennessee: ci siamo quasi, ma ne parleremo a tempo debito. E continuiamo, io ed Enzo, ad andare in giro per rimanere aggiornati: i prossimi viaggi in programma sono al Manchester City, al Mainz dove un nostro ex istruttore - Luca Saltuari - è diventato responsabile dell’attività di base, e al Red Bull Salisburgo, loro sono avanti anni luce. La ricerca e la formazione continua sono uno dei nostri segreti».

Diamo i numeri: quanti istruttori, quanti allievi.

«Difficile fare un conto preciso, perché c’è grande turnover. Diciamo che attualmente utilizziamo almeno 80 istruttori tra tutte le nostre sedi, la cosa importante è che sono tutti formati nella nostra scuola. Devono conoscere perfettamente il metodo di lavoro e la filosofia di ISS prima di scendere in campo con i ragazzi. Contare gli allievi è ancora più difficile: nell’arco di una stagione, tra i percorsi stagionali di allenamento, gli stage invernali ed estivi, gli eventi, girano nel mondo ISS almeno tremila bambini e ragazzi. In 13 anni saranno stati 25mila in tutto, visto che all’inizio erano un po’ meno».

Come si spiegano questi numeri clamorosi, qual è la differenza tra la vostra e le altre scuole di allenamento individuale, che ormai sono tantissime?

«Noi insegniamo la gestualità in una progressione che ti porta fino alla partita. Il nostro metodo non è fine a sé stesso, ma ti porta nelle situazioni di gioco. Insegniamo il gesto tecnico in rapporto alle situazioni che si possono creare in partita: se ti attaccano da una parte o dall’altra, se ti tirano la maglia, se ti saltano sopra… Tutti scompongono il gesto tecnico per insegnarlo e perfezionarlo, dall’inizio alla fine. Noi invece partiamo dalla fine, dalla partita. Prendiamo il gesto visto fare in partita e lo scomponiamo fino alla base. Non è facile da spiegare a parole, è molto più chiaro sul campo, ma questa è la base della nostra metodologia. Utilizziamo, come altri, il metodo 1 contro 1, un istruttore per un giocatore, ma ci differenziamo per la correzione analitica del gesto, fino al dettaglio: come toccare la palla, il movimento del corpo, sempre - ripeto - in rapporto alla partita».

La concorrenza in costante aumento vi disturba?

«No, anzi, per noi è un bene: più scuole ci sono, più crescono i nostri numeri. Tutti i ragazzi ormai vogliono fare gli individual e i nostri allievi continuano ad aumentare. Bene così».

In questi 13 anni, com’è cambiato il lavoro dell’Individual Soccer School?

«A livello tecnico ovviamente ci siamo evoluti e continuiamo ad evolverci giorno dopo giorno, quando non saremo più curiosi e non avremo nuove idee, sarà il momento di smettere. La filosofia di fondo, ovvero insegnare calcio, gesto tecnico e tattica, a livello individuale, rimane la stessa, ma perfezioniamo ogni giorno il nostro metodo, che ci permette di ottenere risultati soddisfacenti dentro e fuori dal campo. I cambiamenti più grandi ci sono stati dal punto di vista organizzativo, siamo passati da 3 istruttori e 13 bambini a quello che siamo adesso…»

E come sono cambiati, in questo decennio, i giovani calciatori e i loro genitori?

«I ragazzi, che prima veniva per imparare a giocare a calcio, adesso vengono perché vogliono diventare giocatori professionisti. La media nazionale dice che ce la fa uno ogni 13mila. Da noi la media è un po’ più alta, visto che ne contiamo una ventina sui 3mila di cui parlavamo prima, ma il discorso non cambia: noi garantiamo il miglioramento dei nostri allievi, non certo che diventino professionisti. Migliorare dà sicurezza, autostima, aiuta nei rapporti con i compagni di squadra, fa crescere non solo nel calcio ma nella scuola e nella vita di tutti i giorni. Nei nostri allenamenti il cervello lavora velocemente, devi ricordare un sacco di gesti e di movimenti, devi credere in te stesso. Ma non vendiamo illusioni: tanti ragazzi credono che venendo da noi diventeranno professionisti, ma non è così».

E i genitori?

«Il discorso è simile. Tanti pretendono troppo dai figli, mettono loro una pressione che li condiziona e li spaventa. Comunque, non bisogna mai dimenticare che il calcio è un gioco».

 

INTERVISTE - Il responsabile di Primi calci e Piccoli Amici della Juventus: “Clima divertente, ovunque ti giri vedi calcio, gesti tecnici anche importanti e il piacere di giocare che ai piccoli non manca mai”. Mattia Briozzo, allenatore Genoa: “Siamo all’inizio del nostro percorso, giocare con questa intensità ci fa migliorare”. “Grazie a questi tornei, usciamo dai confini della nostra provincia e abbiamo una finestra internazionale a pochi passi da casa” spiega il presidente dei Diavoletti Vercelli, Alessandro Scheda


Marco Battaglia, storico istruttore della Juventus che da questa stagione è il responsabile di Primi calci e Piccoli Amici, ha in mano un portacenere decorato con motivi arabeggianti, omaggio del Pakhtakor, la squadra dell’Uzbekistan che, tra parentesi, si è tolto la soddisfazione di battere i bianconeri per 1-0. Un pensiero che racconta lo spirito di condivisione e amicizia che ha caratterizzato la giornata di gare.

“Noi partecipiamo - spiega - con i ragazzi più piccoli, a questa età un anno di differenza si fa sentire, dal punto di vista fisico ma anche dell’approccio, dell’abitudine alla partita. È quello che serve per farli crescere. I nostri sono ragazzi tecnicamente validi, non è prioritario che siano grandi e grossi, l’importante è che abbiano il “motore”, la forza per giocare a calcio. Giocare partite vere, contro avversari che ti mettono in difficoltà, alternando campi sintetici e in erba naturale, è quello che serve per farli migliorare”.

Poi un pensiero generale sul torneo organizzato da BeKings: “Una bella manifestazione - continua Battaglia - c’è un clima divertente, ovunque ti giri vedi calcio, gesti tecnici anche importanti, vedi alcuni bambini che hanno il calcio nelle vene e, in tutti, il piacere di giocare che ai piccoli non manca mai. Dobbiamo essere bravi noi ad alimentare questa loro passione e non fargli perdere mai la voglia di giocare divertendosi, perché il calcio è un gioco e deve rimanere tale: il segreto è tutto qui. Magari qualcuno di loro diventerà un professionista, lo auguro a tutti, ma non deve mai perdere l’essenza e il piacere del gioco del calcio”.

MATTIA BRIOZZO, GENOA: “SQUADRA TUTTA NUOVA, TEST IMPORTANTE PER MIGLIORARE”

Mattia Briozzo, allenatore del Genoa, commenta l’esperienza a Caselle dei giovani Grifoni: “Questa è una squadra tutta nuova, costruita quest’anno tramite un’attenta selezione sul territorio, annate più piccole non ne abbiamo. E questo è il primo torneo in assoluto che giocano con questa maglia, abbiamo iniziato la stagione solo due settimane fa. Siamo all’inizio del nostro percorso, questi ragazzi sono abituati ad essere i più bravi tra i dilettanti, ma rappresentare una società prestigiosa come il Genoa è tutta un’altra cosa. Il livello tecnico di questo torneo è alto, anche a livello fisico le squadre sono toste, si gioca con grande intensità, noi su questo aspetto siamo un po’ indietro. Ma sappiamo cosa fare, cosa dobbiamo migliorare e come dobbiamo lavorare: già la settimana prossima avremo un altro test importante qui a Torino, in un altro torneo organizzato da BeKings (la Mini Top League, in programma sul campo del Carrara, ndr)”.

ALESSANDRO SCHEDA, DIAVOLETTI VERCELLI: “ESPERIENZA CHE I BAMBINI RICORDERANNO A LUNGO”

Tra le tante dilettanti, presenza ormai fissa dei tornei organizzati da BeKings è la società dei Diavoletti Vercelli, una realtà in crescita esponenziale che ormai conta più di 300 tesserati e una presenza costante nei campionati regionali. “Un evento fantastico - commenta il presidente Alessandro Scheda - c’è una grande vivacità, che tocchi con mano. I bambini si ricorderanno a lungo di questa esperienza, parleranno per settimane delle squadre che hanno incontrato, professioniste e straniere, e delle partite che hanno giocato in questo contesto, per loro, eccezionale. Essere qui crea un entusiasmo che ci accompagna per tutta la stagione. Anche i genitori sono contenti e ovviamente lo siamo noi della società, che usciamo dai confini della nostra provincia e abbiamo una finestra internazionale a pochi passi da casa”.

 

TORNEO UNDER 9 - Pubblico delle grandi occasioni e organizzazione perfetta, la manifestazione è stata un successo dentro e fuori dal campo. Eliminate tutte le professioniste (un anno in meno a questa età si fa sentire eccome), Lascaris e Chisola in corsa fino alle semifinali


Tanti gol e giocate sopraffine, tribune piene e sorrisi, abbracci, medaglie. Emozioni e sorprese hanno accompagnato la terza edizione del Trofeo Piccoli Campioni, riservato alla categoria Under 9, che si è giocato nell’impianto sportivo del Caselle Calcio nello scorso week end. Il Cimiano ha stravolto i pronostici e ha vinto il torneo organizzato da BeKings (società di organizzazione eventi gestita da Giorgia Contu e Marco Mameli, di cui fanno parte - tra gli altri - anche Aldo Bratti, Alessandro Bellin e Momo Hadiry), ma sono tante le squadre e i singoli talenti che si sono messi in mostra.

Nei gironi della domenica sono entrate in campo le professioniste, che però hanno giocato tutte sotto leva (un anno di differenza, a questa età, si fa sentire eccome): nessuna di loro è riuscita a qualificarsi per le finali.  Academy Moretti e Bel Air, arrivate fino al triangolare finale, sono riuscite ad eliminare rispettivamente il Genoa e la Juventus, oltre alla vera rivelazione del torneo, il Pakhtakor Kids arrivato dal lontano Uzbekistan. Sono uscite solo in semifinale il Lascaris, che si è tolto la soddisfazione di battere il Milan, e il Chisola, che ha eliminato gli svizzeri del Lugano e soprattutto la Sisport, rimasta in corsa fino all’ultimo.

Qui tutti i risultati del Trofeo Piccoli Campioni.

LA CRONACA DEL TRIANGOLARE FINALE

La prima partita del triangolare finale, tra Air Bel e Academy Moretti, è molto equilibrata e combattuta. I francesi tengono il pallino del gioco ma faticano a rendersi pericolosi. E allora viene fuori la concretezza dei lombardi, che sbloccano la parità con uno splendido sinistro dalla distanza di Tali e raddoppiano con un pallonetto di Pedrazzoli su assist Ghidaoui.

Nella seconda partita, i francesi - ormai con il serbatoio vuoto - se la vedono con il Cimiano, che passa subito in vantaggio con Boccazzi. È il preludio di una partita a senso unico, in cui ancora Boccazzi segna il 2-0 e Potenza cala il tris.

La terza partita del triangolare si trasforma in una vera e propria finalissima, tutta di marca lombarda. Nonostante la lunga giornata piena di partite, i ragazzi in campo danno fondo alle residue energie. Il primo guizzo è del Vignola, che con una puntatina da attaccante vero porta in vantaggio l'Academy Moretti. Ma il Cimiano ci crede e pareggia con un'azione personale di Piazza, che va a segno con un diagonale chirurgico. Non c'è pausa, i rossi si rifanno subito pericolosi con il mancino di Tali, fuori di nulla. Dall'altra parte serve il palo per fermare la fuga verso la vittoria del numero 10 Potenza. Il Cimiano ci crede di più, trascinato da Piazza, che prima colpisce il secondo legno di fila, poi calcia da posizione impossibile e trova uno spiraglio tra palo e portiere. È il gol che regala partita e torneo al Cimiano.

11ª GIORNATA - Chiude il sipario anche la 43^ edizione del SuperOscar. Il Lascaris si aggiudica entrambe le categorie dei Pulcini, il Chisola vince nella categoria Esordienti 1° Anno 2012, mentre l’Alpignano si aggiudica la categoria dei più grandi Esordienti 2° Anno 2011 ed anche, per la prima volta nella sua storia, il SuperOscar.


Nella bacheca della società Alpignanese da domani splenderà un nuovo trofeo, un trofeo cercato e voluto per tanti anni che finalmente potranno portare in via Migliarone. A contribuire alla vittoria finale, sicuramente il titolo conquistato nella categoria 2011 e nonostante il Lascaris si sia aggiudicata entrambe le categorie della scuola calcio, conclude al secondo posto della classifica generale. I biancocelesti hanno fatto la differenza nel settore giovanile. Al Chisola infine va la categoria 2012 che vale il terzo posto in questa edizione del SuperOscar.

Pulcini 1° Anno 2014

PRO EUREKA-VANCHIGLIA 2-1
RETI: 2 Dagnese (P), Elias (V).

ALPIGNANO-LASCARIS 1-3
RETI: Di Nardo (L), Scaglia (L), Boi L (L), De Maria (A)

In questa ultima giornata di gare quella decisiva era sicuramente il derby tra Alpignano e Lascaris, a questi ultimi sarebbe bastato un pareggio per alzare la coppa, ma i ragazzi bianconeri sono scesi in campo con la determinazione che li ha contraddistinti per tutto il torneo ed hanno voluto chiudere con la ciliegina sulla torta un percorso che li ha visti sempre vittoriosi sin dalla prima partita. Nulla da fare dunque per i cugini dell’Alpignano, che concludono comunque con un dignitoso secondo posto. Terzo gradino del podio va alla Pro Eureka, grazie alla vittoria sul Vanchiglia.

Pulcini 2° Anno 2013

CBS-LASCARIS 1-7
RETI: 2 Cuntrò (L), Allegri (L), Purcar (L), Iavarone (L), Zedda (L), Di Gianni (C).

ALPIGNANO-CHISOLA 3-0
RETI: Bellanova, Fioccardi e Miotto

In questa categoria i giochi erano già fatti. I bianconeri del Lascaris avevano già la matematica certezza della vittoria del torneo ma hanno voluto onorare ugualmente questa ultima partita vincendo a suon di gol contro un CBS ormai condannato alla quarta posizione. Si giocavano invece la seconda piazza Alpignano e Chisola. I biancocelesti hanno dimostrato maggiore carattere ed incisività, concretizzando le occasioni che si sono presentate ed aggiudicandosi così il secondo gradino del podio.

Esordienti 1° Anno 2012

PRO EUREKA-CHISOLA 0-0 (2-4 d.c.r.)
PRO EUREKA: Vittori, Mantione, De Palma, Carbone, Di Vincenzo, Del Grosso, Siciliano, Ferreira, Merola, Martello, Aceto. All. Capussotto.
CHISOLA: Lomagistro, Pirajno, Petrachi, Restivo, Ucci, Pinna, Cianci, Granella, Barbero, Solenne, Lefont, Colombino. All. Baston.

Non sono bastati i 40 minuti di gioco regolamentari per decidere la vincitrice del torneo. Nessuna delle due squadre è riuscita ad avere la lucidità necessaria per mettere la palla alle spalle del portiere avversario concludendo a rete inviolate entrambi i tempi di gioco. La lotteria dei rigori ha alla fine premiato la squadra di Mister Baston che può alzare al cielo l’ambito trofeo.

Esordienti 2° Anno 2011

ALPIGNANO-LASCARIS 1-0
RETI: pt 4' Massa Bova su rigore.
ALPIGNANO: Memmola, Anedda, Bianco, Demaria, D’Armiento, Lodo, Vitrotti, Pocchola, Massa Bova, Pregnolato, Chiereghin, Garola, Difesa. All. Locci.
LASCARIS: Campanale L, Barbarossa, Geraci, Panariello, Villano, Celli, Pisani, D’Ambrosio, Alvarado, Caputo, Campanale E, Lazzaro, Filisteo, Trovato, Tambone, Monte. All. Ricci.

Ancora una sfida tra le due compagini confinanti, una sfida che ogni volta accende la rivalità e che ha sempre un gusto particolare. I biancocelesti di Mister Locci sono stati molto abili nel fare tesoro e difendere con i denti il vantaggio conquistato grazie ad un calcio di rigore all’inizio della partita. Nonostante ci abbiano provato in tutti i modi, i bianconeri, imbattuti sino ad ora, si devono arrendere ai campioni in carica, che per il secondo anno consecutivo vincono la coppa e molto probabilmente consegnano alla società dell’Alpignano quei punti decisivi per aggiudicarsi per la prima volta nella sua storia il SuperOscar.  

E’ stata sicuramente una edizione di un ottimo livello, sia dal punto di vista organizzativo che per quello visto sui campi da gioco. Grande successo di pubblico e grande partecipazione di tutte le società che hanno cercato di onorare nel migliore di questo ambito torneo. Appuntamento per tutti al prossimo anno. 

Risultati e Classifiche

Pulcini 1° Anno - 2014 - Girone Finale

Pulcini 2° Anno - 2013 - Girone Finale

Esordienti 1° Anno - 2012 - Finale

Esordienti 2° Anno - 2011 - Finale