PRESENTAZIONE - Il presidente: «Ognuno secondo il suo livello, chi in serie A e chi in Promozione, ma formiamo i ragazzi come professionisti, non solo nella tecnica e nella tattica individuale, ma anche a livello umano e caratteriale. Come? Un istruttore per un allievo, scomposizione del gesto tecnico, correzione analitica, sempre con l'obiettivo della partita, sempre rispettando l'unicità di ogni ragazzo»
Un istruttore per un allievo, scomposizione del gesto tecnico, correzione analitica: le tre regole auree scolpite sulle tavole della legge dell’ISS - Individual Soccer School- sono le stesse ormai da 14 anni, ma si evolvono ogni giorno, si adeguano alle dinamiche di un calcio sempre più fisico e veloce, ai cambiamenti di una società che forma ragazzi (e genitori) con aspettative sempre crescenti. L’obiettivo finale rimane la partita: non il gesto tecnico fine a se stesso bensì la capacità di riproporre quella giocata nel contesto di gioco. E, soprattutto quando si parla di ragazzi e ragazze, aspetti fondamentali sono la sicurezza, l’autostima e la crescita non solo nel calcio, ma nella scuola e nella vita di tutti i giorni. Senza mai dimenticare il divertimento: alla fine, parliamo di calcio, il gioco più bello del mondo.
I NUMERI DELL’ISS
Riassumere in poche parole il mondo ISS è difficile, quasi impossibile. Lo dicono i numeri: «Oggi abbiamo circa 20 strutture in Italia e qualche altra all'estero, in Francia, Repubblica Ceca e Romania, che collaborano con noi. Un centinaio di istruttori, tutti formati nella nostra accademia, che utilizzano il nostro metodo e con cui ci confrontiamo di frequente. E indicativamente almeno tremila ragazzi e ragazze all’anno. In tutto, tra allenamenti e stage estivi, hanno conosciuto il mondo ISS quasi 30mila atleti, di questi un buon numero ha fatto una carriera nel professionismo, dalla Lega Pro alla serie A» racconta Giordano Piras, che gestisce l’Individual Soccer School insieme ad Enzo Friso.
Il campo centrale rimane quello del “Nuovo Musinè Sport Village” di Pianezza, dove si svolgono anche i corsi di formazione per gli istruttori: «Non bastano mai, chi vuole provare ci contatti». In Piemonte c’è anche San Francesco al Campo, poi Charvensod e Saint Christophe in Valle d’Aosta, quattro strutture in Lombardia, tre in Veneto di cui una dedicata al femminile, due in Trentino, due in Alto Adige, una in Emilia-Romagna, in Liguria e in Valle d’Aosta, poi due in Sardegna e altre quattro in Sicilia.
CENTRO DI FORMAZIONE
Come si spiega un successo del genere in un mondo calcistico nel quale le scuole “individuali” spuntano come funghi in autunno? La risposta di Giordano Piras: «Il concetto di individual, che 14 anni fa era rivoluzionario, oggi non è sufficiente a spiegare tutto il lavoro che viene fatto all’ISS. Noi siamo un vero e proprio centro di formazione, nel senso che formiamo il ragazzo non solo a livello di tecnica e tattica individuale, ma anche a livello umano, come professionista. Sia chiaro, non vuol dire che chi si allena con noi giocherà nel calcio professionistico. Noi formiamo i nostri allievi così come si formano i calciatori professionisti. I nostri ragazzi diventano calciatori, a prescindere dal livello che raggiungeranno, che dipende da numerosi altri aspetti e ovviamente dalle doti naturali: chi in serie A, chi in serie D, chi in Promozione. Come una scuola di formazione, noi prepariamo i ragazzi a entrare nel mondo del lavoro, che in questo caso è lo sport. E quando abbiamo a che fare con atleti più grandi, cerchiamo di perfezionarli».
IL METODO DI LAVORO
Provare per credere. Il metodo di lavoro dell’ISS, che emerge evidente in campo, è ben più difficile da spiegare a parole. «Noi insegniamo - ci prova Giordano Piras - la gestualità tecnica in una progressione che ti porta fino alla partita. Il nostro metodo non è fine a sé stesso, ma sempre in funzione di qualcosa che succederà successivamente, come un passaggio, un dribbling, un tiro o un movimento di un compagno o di un avversario. Insegniamo il gesto tecnico in rapporto alle situazioni che si possono creare in partita: se l' avversario ti attacca da una parte o dall’altra, se vieni spinto o se giochi su un terreno sintetico o in erba naturale…»
Il dettaglio: «Non si tratta solamente di scomporre il gesto tecnico per insegnarlo e perfezionarlo, dall’inizio alla fine; noi viaggiamo al contrario, partiamo dalla fine, dalla partita. Osserviamo il gesto visto in partita e lo scomponiamo fino alla base. Questo è il dogma della nostra metodologia. Utilizziamo il metodo un istruttore per un allievo, ma il nostro segno distintivo è la correzione analitica del gesto portata all’esasperazione, fino al minimo dettaglio: come toccare la palla, come mettere il piede, il movimento del corpo, delle braccia, la gestualità e anche l’espressione, sempre - ripeto - in rapporto alla partita. A conferma della bontà del nostro metodo, durante i nostri corsi di formazione, i partecipanti già arricchiti da altre esperienze apprezzano la qualità della nostra metodologia, riconoscendo la diversità dei lavori proposti. Fondamentale è anche la dimostrazione del gesto da parte degli istruttori, perché l'esperienza insegna che un allievo apprenda più velocemente se vede eseguito correttamente il gesto tecnico e a sua volta lo ripete all'infinito, inizialmente a velocità ridotta, poi a intensità sempre più alta, fino a raggiungere i ritmi che dovrà sopportare durante una gara».
I RAGAZZI AL CENTRO DEL VILLAGGIO
Al centro di ogni discorso ci sono loro, le ragazze e i ragazzi: «Anni fa ci frequentavano per imparare a giocare a calcio - conclude Giordano Piras -, adesso ci cercano perché vogliono ampliare il loro bagaglio tecnico e migliorare e perfezionare le loro qualità, per sognare il grande salto verso il professionismo. Ma non bisogna mai dimenticare che la media nazionale rivela che un calciatore su tredicimila riesce a trasformare il sogno in realtà. ISS garantisce il miglioramento dei suoi allievi, non certo che diventino calciatori professionisti. Migliorare dà sicurezza, autostima, aiuta nei rapporti con i compagni di squadra, fa crescere non solo nel calcio, ma nella scuola e nella vita di tutti i giorni. Nei nostri allenamenti il cervello lavora velocemente, sei sempre messo in difficoltà e devi ricordare gesti e movimenti. E infine devi credere in te stesso. Ogni ragazzo è una storia a sé, una sua eccezionalità e come tale la trattiamo. Se ogni nostro allievo non si sentisse unico, non potremmo mai avere questi risultati».
GIRONE E / 4ª GIORNATA - Terzo pareggio stagionale per i bianconeri, che si fanno rimontare dal Chieri: il pallonetto vincente del neo-entrato Cassatella, al 12' della ripresa, riprende il gol del vantaggio firmato nel primo tempo dal numero 11 degli ospiti. Le due squadre rimangono impantanate a metà classifica, serve una svolta per puntare in alto
CHIERI-SISPORT 1-1
RETI: pt 33' Barale (S), st 12' Cassatella (C).
CHIERI (4-4-2): Berruto, Marocco (st 24' Porcu), Defend, Iorio, Arduini, Piarulli (st 18' Ahli), Bagni (st 5' Cassatella), D' Angelo, Ferrato, Maggio (st 28' Allegri), Tozzi (st 15' Vergas). A disp. Scaglia, Tronu. All. Ciletta.
SISPORT (4-3-3): Russo (st 20' Falca), Caramassi, Manes, Vietri, D' Attoli, Spagnolo, Baltera (st 1' Rinaudo), Del Bosco, Boaron (st 15' Petralito), Lonardo (st 17' Guzun), Barale. A disp. Onofrio, Manca. All. Gallo.
LA PARTITA
Il big match di giornata della categoria Under 15 è la sfida tra Chieri e Sisport, ospitata al centro sportivo Roberto Rosati. Gli ospiti di mister Giovanni Gallo partono forte, schierando un attacco a tre punte, ma è il terzino Caramassi a rendersi pericoloso sugli sviluppi della prima manovra, con un traversone teso in area che sfila via sul fondo. Chieri protagonista al 3’ con Marocco, insidioso sulla corsia di destra, che chiama Russo a un’uscita plastica. Sono i ragazzi di mister Ciletta a essere più aggressivi nel primo quarto di partita, con un pressing alto che costringe capitan D’Attoli e il suo reparto difensivo ai lavori straordinari. È proprio da un’azione concitata e confusa in area bianconera che all’8’ la sfera arriva sui piedi di Maggio nel settore di destra, il suo tiro destinato al sette si infrange clamorosamente sul palo. Al 9' è Baltera a bussare alla difesa chierese dopo uno scambio con Caramassi, poi al 12' ci prova ancora con un tiro di controbalzo fuori misura propiziato da un cross dalla linea mediana di Lonardo.
La Sisport ci crede e al 15' uno scambio tra Manes e Caramassi porta alla conclusione di Lonardo di poco alta. Il Chieri non ci sta e al 22' capitan Ferrato, tra i migliori, impegna Russo con una punizione dai venti metri. Al 32’ ci pensa Baltera per i bianconeri a pareggiare il conto dei legni con un colpo di testa alla destra della porta difesa da Berruto, propiziato da un cross di Barale. In chiusura di primo tempo arriva la svolta: al 33’ la Sisport va in vantaggio grazie a Barale, protagonista con dribbling e tiro che si insacca in rete. Bianconeri in vantaggio all’intervallo.
Nel secondo tempo mister Ciletta conferma gli undici del primo tempo, mentre mister Gallo inserisce Rinaudo a centrocampo a scapito di Baltera in attacco. Come nella prima frazione, ad aprire il conto delle occasioni è Caramassi al 5’ con un traversone dalla destra non intercettato dai compagni, sul proseguo dell’azione è Manes dal settore opposto a servire in area, Caramassi è sulla traiettoria ma il suo controllo non è fortunato. I primi dieci minuti sono tutti della Sisport, in evidenza Barale pericoloso sulla sinistra e il subentrato Rinaudo, che offre una serie di palloni a Barale e Boaron, che però non impensieriscono la retroguardia chierese. Ma alla prima occasione il Chieri pareggia: al 12' un lancio in contropiede taglia fuori tutta la difesa bianconera e pesca il neo-entrato Cassatella, che con un delizioso pallonetto supera il portiere e regala al suo pubblico il gol del pareggio.
Il proseguo dell’incontro non offre emozioni degne di nota, la Sisport a tratti è più convincente, come al 20' con una triangolazione tra Manes e Barale, con la sfera che si spegne su fondo, e al 29' con un traversone di Guzun che Petralito intercetta ma senza impensierire Berruto. C’è ancora tempo per un’occasione per parte, prima la Sisport con D’Attoli puntuale su calcio piazzato, poi il Chieri con Ferrato con un rasoterra a fil di palo intercettato da Falca, subentrato nella ripresa.
UNDER 12 - Giocato a Caselle un altro evento internazionale di altissimo livello, cui hanno partecipato anche Partizan Belgrado e Torino, con un verdetto a sorpresa: nella finalissima il Gentofte Footbold Akademi batte l’Inter per 3-1
Neanche il tempo di archiviare l’esperienza della “Invincibili Kup - Trofeo Grande Torino” che gli “instancabili” di BeKings hanno portato a termine un altro evento internazionale di altissimo livello come la EuroKup, giocata nel week end sul campo del Caselle, per l’annata 2013. Hanno partecipato ben 30 squadre (anzi 29, perché il Red Bull Salisburgo ha rinunciato all’ultimo), di cui 7 straniere, tra dilettanti e professioniste, tra cui i francesi del Lione, i serbi del Partizan Belgrado, Milan, Inter, Torino, Pro Vercelli, Pro Sesto e Folgore Caratese. In campo anche Alpignano, Balsignano, Cantera Napoli, Carcarese, Certaldese, Charvensod, Chieri, Dertona, FC Alessandria, Pro Eureka, PSG, Sca Asti, Val di Susa e Virtus Villafranca, più i francesi di Aubagne, Canoux e Septemes Consolat, gli svizzeri di Barca Academy e Soccer Boys, e il GFA in arrivo dalla Danimarca.
Tra tante big del calcio italiano e internazionale, il vaso di coccio in mezzo ai vasi di vetro - espressione dei Promessi Sposi ormai diventata proverbiale - si è dimostrato il più tosto di tutti: alla fine ha vinto proprio il GFA, acronimo di Gentofte Footbold Akademi, società dilettantistica di comune danese di neanche 70mila abitanti. Dopo la lunga fase di gironi eliminatori, le sfide a eliminazione diretta sono iniziate dalle semifinali e qui non c’è stata più storia. Il GFA ha battuto prima il Lione per 3-1, poi nella finalissima l’Inter (che aveva vinto il derby con il Milan ai rigori) con il medesimo risultato. Medaglia di bronzo ai rossoneri, stavolta vincenti dagli 11 metri contro i francesi.
FOCUS - Il presidente bianconero: “Abbiamo superato i 500 tesserati, ringrazio giocatori e famiglie che ci danno fiducia, merito di tutto il nostro staff e della nostra proposta formativa. Allo Sport Club di Venaria stiamo benissimo con la scuola calcio, ora vogliamo un campo a 11”
Se si guarda il numero di squadre iscritte ai campionati della scuola calcio, dietro Sisport e Chisola, a pari merito con Cbs e Pro Eureka, davanti a big come Lucento, Torino e Lascaris, spunta - alzi la mano chi se lo sarebbe aspettato - la Virtus Accademia Calcio Venaria, con due squadre di Esordienti 2012, altre due di 2013, addirittura sei di Pulcini 2014, quattro di 2015, ancora quattro di Primi calci 2016 e due a testa per le annate 2017, 2018 e 2019. I numeri non dicono tutto, ma spiegano molto sullo stato di salute di una società.
“Devo dire che è stata una sorpresa anche per noi, una bellissima sorpresa - commenta il presidente Marco Scognamiglio - perché non pensavamo di essere la terza società come numero di squadre iscritte a Torino e in Piemonte. Sappiamo di avere numeri in continua crescita, quest’anno abbiamo superato i 500 tesserati, e ne siamo molto orgogliosi. Vuol dire che la nostra offerta calcistica e formativa riscuote il consenso dei ragazzi e delle loro famiglie”.
Eppure, la Virtus Accademia Calcio è una società giovane, nata solo 4 anni fa: “Siamo nati nel momento peggiore - ricorda Scognamiglio - in piena pandemia. Ma per fortuna quelli sono ricordi del passato, stagione dopo stagione siamo cresciuti, devo ringraziare tutti i miei collaboratori per questo: i membri del direttivo, che insieme a me dettano le linee guida, i responsabili tecnici e organizzativi, gli allenatori e gli istruttori, i dirigenti, la segreteria, tutti. E ovviamente chi ci dà fiducia e viene a giocare con la nostra maglia”.
Non solo numeri, però. “Avere tanti tesserati - continua il presidente - è la base, ma su questo noi vogliamo costruire un discorso di qualità, e anche qui ci stiamo riuscendo, un passo per volta. In questi quattro anni, una ventina di nostri tesserati della scuola calcio ha sostenuto provini con le società professionistiche, e qualcuno è anche stato preso. Nel settore giovanile, dove serve più tempo per emergere, abbiamo tre squadre nei regionali - Under 19, Under 17 e Under 16 - e speriamo di entrarci anche con l’Under 14, anche se non sarà facile, visto che siamo finiti in un girone di ferro. Due nostri 2007 sono passati, questa estate, nel professionismo: il difensore centrale Diego Rosso è andato alla Pro Vercelli, mentre il portiere Matteo Artusio ha firmato per il Bra. Non ci sentiamo certo arrivati, ma sulla strada giusta sì”.
Il problema principale è la mancanza di un campo a 11 di proprietà. “Sì, questa è la situazione che stiamo facendo più fatica a risolvere” ammette Scognamiglio, che poi entra nel dettaglio: “La nostra scuola calcio ormai ha una base sicura allo Sport Club di via di Vittorio a Venaria, con campi sintetici di ultima generazione, spogliatoi ben attrezzati e una tribuna tutta nuova: per questo devo ringraziare il sindaco Fabio Giulivi e l’amministrazione comunale, che è molto attenta alle nostre esigenze. Insieme stiamo cercando la soluzione giusta anche per il campo a 11, visto che per questa stagione ci appoggiamo al Real Orione Vallette, e qui da ringraziare c’è il presidente Davide Ingoglia per la disponibilità. Ma noi siamo di Venaria, come detto abbiamo più di 500 tesserati, numeri che ci rendono la società principale della nostra città, è naturale che vorremmo allenarci e giocare in casa anche con il settore giovanile. È la condizione per fare un ulteriore salto di qualità”.
FOCUS - Il presidente bianconero: “Abbiamo superato i 500 tesserati, ringrazio giocatori e famiglie che ci danno fiducia, merito di tutto il nostro staff e della nostra proposta formativa. Allo Sport Club di Venaria stiamo benissimo con la scuola calcio, ora vogliamo un campo a 11”
Se si guarda il numero di squadre iscritte ai campionati della scuola calcio, dietro Sisport e Chisola, a pari merito con Cbs e Pro Eureka, davanti a big come Lucento, Torino e Lascaris, spunta - alzi la mano chi se lo sarebbe aspettato - la Virtus Accademia Calcio Venaria, con due squadre di Esordienti 2012, altre due di 2013, addirittura sei di Pulcini 2014, quattro di 2015, ancora quattro di Primi calci 2016 e due a testa per le annate 2017, 2018 e 2019. I numeri non dicono tutto, ma spiegano molto sullo stato di salute di una società.
“Devo dire che è stata una sorpresa anche per noi, una bellissima sorpresa - commenta il presidente Marco Scognamiglio - perché non pensavamo di essere la terza società come numero di squadre iscritte a Torino e in Piemonte. Sappiamo di avere numeri in continua crescita, quest’anno abbiamo superato i 500 tesserati, e ne siamo molto orgogliosi. Vuol dire che la nostra offerta calcistica e formativa riscuote il consenso dei ragazzi e delle loro famiglie”.
Eppure, la Virtus Accademia Calcio è una società giovane, nata solo 4 anni fa: “Siamo nati nel momento peggiore - ricorda Scognamiglio - in piena pandemia. Ma per fortuna quelli sono ricordi del passato, stagione dopo stagione siamo cresciuti, devo ringraziare tutti i miei collaboratori per questo: i membri del direttivo, che insieme a me dettano le linee guida, i responsabili tecnici e organizzativi, gli allenatori e gli istruttori, i dirigenti, la segreteria, tutti. E ovviamente chi ci dà fiducia e viene a giocare con la nostra maglia”.
Non solo numeri, però. “Avere tanti tesserati - continua il presidente - è la base, ma su questo noi vogliamo costruire un discorso di qualità, e anche qui ci stiamo riuscendo, un passo per volta. In questi quattro anni, una ventina di nostri tesserati della scuola calcio ha sostenuto provini con le società professionistiche, e qualcuno è anche stato preso. Nel settore giovanile, dove serve più tempo per emergere, abbiamo tre squadre nei regionali - Under 19, Under 17 e Under 16 - e speriamo di entrarci anche con l’Under 14, anche se non sarà facile, visto che siamo finiti in un girone di ferro. Due nostri 2007 sono passati, questa estate, nel professionismo: il difensore centrale Diego Rosso è andato alla Pro Vercelli, mentre il portiere Matteo Artusio ha firmato per il Bra. Non ci sentiamo certo arrivati, ma sulla strada giusta sì”.
Il problema principale è la mancanza di un campo a 11 di proprietà. “Sì, questa è la situazione che stiamo facendo più fatica a risolvere” ammette Scognamiglio, che poi entra nel dettaglio: “La nostra scuola calcio ormai ha una base sicura allo Sport Club di via di Vittorio a Venaria, con campi sintetici di ultima generazione, spogliatoi ben attrezzati e una tribuna tutta nuova: per questo devo ringraziare il sindaco Fabio Giulivi e l’amministrazione comunale, che è molto attenta alle nostre esigenze. Insieme stiamo cercando la soluzione giusta anche per il campo a 11, visto che per questa stagione ci appoggiamo al Real Orione Vallette, e qui da ringraziare c’è il presidente Davide Ingoglia per la disponibilità. Ma noi siamo di Venaria, come detto abbiamo più di 500 tesserati, numeri che ci rendono la società principale della nostra città, è naturale che vorremmo allenarci e giocare in casa anche con il settore giovanile. È la condizione per fare un ulteriore salto di qualità”.
PANCHINE - L’ex Carrara, appena sostituito da Rino Vanacore in Promozione, prende il posto di Daniel Bresciani, che è andato alla Luese Cristo Alessandria di Eccellenza. Il gruppo 2008 affidato all’ex tecnico di Atletico Torino e Bacigalupo
Chieri, Carrara, Luese Cristo Alessandria e anche Bacigalupo. Società sorelle, che fanno capo alla stessa proprietà (impersonata da Claudio Bello e Marco Palmiere), protagoniste in settimana di un clamoroso scambio di allenatori.
La mossa iniziale è stato il passaggio di Rino Vanacore, imbattuto e capolista dopo tre giornate con l’Under 17 del Chieri, alla prima squadra del Carrara 90, in Promozione, al posto del dimissionario Michele Ricco (qui l’articolo). Per sostituire Vanacore, è stato scelto Augusto Palazzesi, allenatore esperto e carismatico che nelle ultime stagioni ha lavorato tra Atletico Torino e Bacigalupo. Ma a Chieri, sistemata una panchina, se n’è subito liberata un’altra, perché Daniel Bresciani, finora guida tecnica dell’Under 19 nazionale, è stato scelto per la Luese Cristo Alessandria, ambiziosa società di Eccellenza, al posto del tecnico Ernesto Gabriele (che ha chiuso la scorsa stagione, guarda caso, proprio a Chieri). Per chiudere il cerchio, chi è andato alla Juniores nazionale del Chieri? Michele Ricco, ex Carrara. E tutto torna.
PANCHINA - La società torinese ufficializza la nomina di Vanacore al posto del dimissionario Michele Ricco. Nelle prossime ore la scelta del nuovo allenatore dell’Under 17 collinare, prima in classifica a punteggio pieno dopo tre giornate
“La società USD Carrara 90 rende noto che Michele Ricco ha rassegnato le proprie dimissioni da allenatore responsabile della prima squadra. La società ringrazia il tecnico per i traguardi raggiunti e per il lavoro svolto, augurandogli le migliori fortune umane e professionali. Contestualmente, il club comunica di aver deciso di affidare la guida tecnica a Rino Vanacore”.
Con questa nota pubblicata sulla pagina Facebook, il Carrara ha ufficializzato la ufficializzato la nomina di Rino Vanacore come nuovo allenatore della prima squadra, che milita nel campionato di Promozione. Dopo sole tre giornate di campionato, il Chieri Under 17 si ritrova in testa al girone E a punteggio pieno, ma senza allenatore. Già nella scorsa stagione Vanacore aveva lasciato l’Under 17 in corsa, nel mese di marzo, per poi rientrare a Chieri un mesetto dopo, ma alla guida dell’Under 16, con il gruppo 2008 con cui ha iniziato la stagione in Under 17. Questa volta però la scelta è definitiva, perché un allenatore può cambiare società entro novembre, ma ovviamente non tornare indietro. La decisione, che riguarda due società “sorelle” come Chieri e Carrara, è stata veloce: ora rimane da capire chi sarà il nuovo allenatore dell’Under 17 collinare.
Ecco il post social di Rino Vanacore: “Da oggi inizia una nuova avventura. Ringrazio la società Chieri Calcio dove ho passato momenti bellissimi, dove mi sono sentito sempre stimato e apprezzato, dove credo di aver fatto un buon lavoro. Ringrazio il direttore Marinaccio per aver sempre creduto in me, il presidente Claudio Bello per avermi sempre sostenuto e per avermi dato questa grande opportunità che aspettavo da molto tempo. Darò tutto me stesso sperando di non deludere nessuno”.
TROFEO GRANDE TORINO / UNDER 10 - Il Real Madrid ha rispettato i pronostici e vinto nella categoria Pulcini 2015. I blancos si sono imposti in uno spettacolare triangolare di qualificazione su Manchester City (1-1 nellos contro diretto) e Benfica per la miglior differenza reti. Poi sono serviti i calci di rigore per battere il combattivo Parma in semifinale e il Milan, che ha sfiorato una clamorosa doppietta, nella finalissima: entrambe le partite si erano concluse a reti bianche nei tempi regolamentari. Terzo posto per il Cska Mosca, che ha battuto 1-0 il Parma nella finale di consolazione. Premiato come miglior giocatore Jaime Alameda, regista del Real Madrid; miglior numero 1 Rafael Tavares del Benfica.
FINALI
Il Real Madrid si conferma, anche nell’ultima partita del torneo, una squadra spettacolare: il fisico non conta, quando la testa pensa veloce e i piedi rispondono sempre nel modo giusto. Ma il Milan non è da meno, tiene botta ed è sempre pronto a ripartire, grazie alla qualità di Canito e Sabella.
La prima occasione è spagnola: Roman si esibisce in uno stop fantastico e offre l’assist a Gonzales, il cui destro è ben parato da Bufano. I rossoneri rispondono con un paio di calci d’angolo, da cui nascono mischie pericolose: c’è anche un gol annullato a Morganella, ma a gioco ampiamente fermo. Il fenomeno Alameda si esibisce in un paio di rabone che mandano in delirio il pubblico, ma è ancora il Milan pericoloso, con il tiro-cross di Vera Garcia salvato sulla linea da Alonso. Gli ultimi pericoli arrivano su calcio di punizione: il rossonero Licaj calcia fuori di poco da lontanissimo, dall’altra parte è da brividi la conclusione di Camacho, che l’ottimo Bufano salva con l’aiuto decisivo della traversa. Si va ai rigori, dove il Real Madrid è ancora una volta più freddo: la trasformazione decisiva è quella di Herrero, la coppa vola in Spagna.
FINALE 1°/2° POSTO - MILAN-REAL MADRID 2-4 dcr (0-0 dtr)
MILAN: Marchini, Licaj, Lucarelli, Ottaviano, Vera Garcia, Morganella, Canito, Bufano, Pinnelli, Sabella, Ferri, Djilo Kom. All. Luca Tettamanti
REAL MADRID; Rodriguez, Daoudy, Balsera, Diego Alonso, Alameda, Camacho, Galan, Del Pino, Herrero, Roman, Alvaro Gonzalez, Garcia, Badas, Serrano.
SEQUENZA RIGORI: Roman (R) gol, Canito (M) fuori, Camacho (R) parato, Sabella (M) parato, Alonso (R) gol, Morganella (M) gol, Balsera (R) gol, Pinnelli (M) gol, Herrero (R) gol.
FINALE 3°/4° POSTO - CSKA MOSCA-PARMA 1-0
RETE: Deykalo.
CSKA MOSCA: Morenkov, Deykalo, Vakhitov, Sachkov, Birnikov, Loahkin, Smirnov, Golovnev, Khurtselava, Shevchenko, Gerasimov, Gabrielian, Gerken, Murzin.
PARMA: Carretta, Ficarelli, Ziveri, Balzanelli, Merloni, Gaviglio, Torelli, Cosenza, Generali, Oppido, Lannutti. All. Giorgio Guarini.
SEMIFINALI
La semifinale sulla carta più combattuta risulta invece quella senza troppa storia: il Milan supera il CSKA Mosca con un metto 2-0. I russi iniziano forte sfruttando la loro fisicità, ma il vantaggio rossonero arriva presto, con la perfetta verticalizzazione di Sabella che libera Morganella davanti al portiere, il centravanti è freddo e firma l'1-0. Ancora il numero 9 si rende pericoloso, stavolta nelle vesti di assist man, ma nessuno arriva all'appuntamento con il suo traversone radente. È sempre Milan: Lucarelli centra la traversa con una punizione potente, Pinelli chiama il portiere russo alla parata con un bel colpo di reni. Il raddoppio è nell'aria, lo confeziona il furetto Sabella che chiama il triangolo a Morganella e segna il 2-0.
La sfida tra Real Madrid e Parma, invece, viene decisa solo ai calci di rigore. Eppure, la partita è stata a senso unico, un monologo blancos basato tutto sulla qualità e sulla rapidità dei suoi interpreti. Il simbolo del dominio, e insieme la spiegazione del finale a reti bianche, sono nei tre pali colpiti dal Real, con Herrero, Alameda (regista con la maglia numero 5, premiato come miglior giocatore del torneo), e Roman. Il numero 10, altro mancino spettacolare, calcia da tutte le posizioni, e non è da meno l'esterno sinistro Balsera, ma il portiere ducale Carretta sfoggia miracoli in serie. Quando il Parma esce dal guscio, lo fa in modo pericolosissimi: il numero 7 Torelli scappa in contropiede e si trova solo davanti al portiere Rodriguez che chiude la saracinesca ed evita la beffa. Nel finale sembra fatta, ma quando il sinistro di Balsera supera anche il portiere, Merloni salva sulla linea. Si va ai rigori: la trasformazione decisiva è quella di Herrero, Real Madrid in finale con pieno merito, anche se al Parma vanno i complimenti per la grinta e il coraggio.
MILAN-CSKA MOSCA 2-0
RETI: Morganella, Sabella.
REAL MADRID PARMA 4-3 dcr (0-0 dtr)
SEQUENZA RIGORI: Alameda (R) parato, Cosenza (P) parato, Del Pino (R) gol, Torelli (P) gol, Alonso (R) gol, Oppido (P) gol, Roman (R) gol, Balzanelli (P) gol, Herrero (R) gol, Ficarelli (P) parato.
TROFEO GRANDE TORINO / UNDER 11 - Tutte partite di altissimo livello tecnico e agonistico. Palotta, Ilardi e Portanova firmano la finalissima tutta lombarda con il Monza. In semifinale ancora Palotta e Campus regolano i croati, poi terzi grazie alla goleada sugli svedesi dell’Allella
Nella finalissima tutta lombarda, il Milan regola il Monza con un netto 3-0, confermando una qualità tecnica superiore, messa in mostra per tutta la durata del torneo: l’uomo copertina è il numero 10 Christian Sartori, che danza sul pallone e regola il gioco rossonero con una naturalezza disarmante. Eppure la partita era cominciata con un brivido per i futuri campioni, con lo scatto di Manzi che brucia Barhoumi ma calcia a lato. Ma già al 6’ il Milan passa in vantaggio con il solito Palotta che, ben imbeccato da Guerci, trova l’angolino con un diagonale chirurgico. I rossoneri sfiorano il raddoppio con Sartori, che scheggia la traversa con una botta dalla distanza. Il Monza è in partita, il centravanti Merati sgomita, vince un paio di contrasti e calcia di sinistro a colpo sicuro, ma Barhoumi salva sulla linea a portiere battuto. È un fuoco di paglia, perché il Milan si scatena e chiude la partita nel giro di due minuti: al 16’ Ilardi raddoppia di testa, palla sotto l’incrocio su calcio d’angolo; al 17’ Portanova triplica con un tocco ravvicinato sul traversone radente di Palotta. Finisce qui: rossoneri campioni della prima edizione della “Invincibili Kup - Trofeo Grande Torino”, con pieno merito.
Senza storia la finalina, stravinta dalla Dinamo Zagabria sugli svedesi dell’Alella, che ormai avevano finito la benzina: i croati hanno confermato di essere una squadra davvero competitiva, segnando 5 reti pur andando al piccolo trotto.
FINALE 1°/2° POSTO - MILAN-MONZA 3-0
RETI: 6’ Palotta, 16’ Ilardi, 17’ Portanova
MILAN: Casati, Barhoumi, Esiemoghie, Ilardi, Portanova, Boriani, Palotta, Sartori, Campus, Gionchetta, Guerci, De Chiara. All. Mattia Proserpio.
MONZA: Barocelli, Arama, Sarno, Fierro, Bellini, Manzi, Pistillo, Merati, Perfetti, Durante, Trolio. All. Daniele Erba.
FINALE 3°/4° POSTO - DINAMO ZAGABRIA-ALELLA 6-0
RETI: Bosnak, Paramygin, Cajhem, Bosnak, Benic
DINAMO ZAGABRIA: Vrhovec, Pasalic, Semren, Ivancic, Stiplosek, Miyak, Paramygin, Bosnak, Benic, Svec, Mihaljevic, Cajhem. All. Tomislav Barbaric.
ALELLA: Alfredsen, Johasson, Rushiti, Zarisnesky, Bugday, Grape, Behnan, Gibruna, Sannsevand.
SEMIFINALI
Era una semifinale, ma sembrava una finale quella tra Milan e Dinamo Zagabria: una partita bellissima, combattuta e tirata fino all’ultimo minuto di gioco. La sfida si mette subito sui binari rossoneri, grazie al gol di Palotta che chiude una bella azione corale con un piattone preciso. A quel punto i croati sono costretti ad attaccare a testa bassa, ma i milanesi non rinunciano mai alle giocate in cerca del raddoppio. Le occasioni si susseguono a ritmo impetuoso: Casati sfoggia una super parata sulla punizione mancina di Bosnak; Miyak colpisce di testa su azione d’angolo, ma la palla finisce alta; in ripartenza il rossonero Campus si libera alla grande, ma calcia alto; Sartori di testa trova l’esterno della rete. Gli animi si scaldano quando la Dinamo Zagabria chiede un rigore (che poteva starci), l’arbitro dice di no e i tifosi croati dimostrano di conoscere molto bene le parolacce in italiano. Il Milan viene salvato dal numero 12 Gionchetta, in uscita bassa su Mihaljevic, che poco dopo ne scarta due ma calcia a lato. I rossoneri sono sempre pericolosi in contropiede e, all’ultimo minuto, Campus chiude le ostilità in contropiede.
Senza storia la semifinale tra il Monza e l’Alella, nonostante il vantaggio svedese arrivato al primo minuto di gioco, con Bugday che insacca a porta vuota dopo un disimpegno sbagliato dai brianzoli. Ma è un fuoco di paglia, perché il Monza si scatena e si gioca a una porta sola: il numero 9 Merati prima confeziona il pareggio di Manzi, che ribadisce in rete una ribattuta del portiere sulla sua acrobazia, poi si mette in proprio e raddoppia con un’azione solitaria conclusa con un destro secco sul primo palo. L’esterno Manzi è scatenato, altre due volte con opportunismo e completa la sua tripletta personale. Ci sono ancora un’occasione sciupata da Arama e una traversa di Sarno, prima del quinto gol segnato da Durante con un destro imparabile.
MILAN-DINAMO ZAGABRIA 2-0
RETI: Palotta, Campus
MONZA-ALELLA 5-1
RETI: Bugday (A), Manzi, Merati, Manzi, Manzi, Durante
GALLERIA FOTOGRAFICA - La giornata finale, ospitata nello stadio di Savigliano, si è conclusa con le premiazioni dei Piccoli Amici e delle prime tre della classifica finale: Cuneo Olmo, Fossano e Centallo. Qui la classifica finale e le dichiarazioni dei protagonisti